Le aziende italiane incoraggiano i dipendenti ad avere figli

In diverse località del Veneto, area del nord industriale d’Italia, gruppi di imprese hanno avviato iniziative per aumentare la natalità tra la popolazione locale. Le aziende temono una carenza di manodopera e hanno quindi avviato numerosi progetti per facilitare alle coppie la conciliazione tra carriera professionale e educazione dei figli.

“L’Italia è in una crisi demografica acuta”, del resto sanno gli iniziatori. “Il Paese ha appena 1,2 figli per donna. Questo è uno dei tassi di natalità più bassi al mondo. È una minaccia per l’economia. »

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Il Veneto è caratterizzato da un gran numero di imprese familiari, che costituiscono la spina dorsale della struttura industriale italiana. “Tuttavia, questo modello rischia di essere sempre più compromesso”, affermano le aziende. “Non solo c’è globalizzazione e concorrenza a basso costo dall’Asia, ma non ci sono abbastanza giovani per riempire i posti vacanti”.

“Le iniziative per aumentare nuovamente la natalità sono quindi motivate dall’autoconservazione”, riconosce l’imprenditrice Ilenia Cappeller, motore trainante di un progetto che mira a combattere l’invecchiamento nel comune di Cartigliano. “Dopotutto, è diventato quasi impossibile trovare nuovi lavoratori nella regione.

La crisi demografica non è un problema solo per le imprese. “L’Italia sta affrontando da tempo una crescita debole e questo ritmo rallenterà ulteriormente senza misure drastiche”, affermano diversi economisti. “In questo modo, alla fine diventerà impossibile continuare a finanziare le pensioni e la sicurezza sociale”.

L’Italia ha registrato solo 399.431 nascite lo scorso anno. Ciò significava che per il tredicesimo anno doveva essere segnalata una diminuzione del numero di bambini. Il tasso di natalità è sceso al livello più basso dalla fondazione del paese nel terzo quarto del 19° secolo.

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La popolazione italiana si è contratta di 253.000 lo scorso anno. “Di questo passo, il Paese avrà cinque milioni di abitanti in meno entro la metà di questo decennio”, avverte un rapporto dell’Istat.

Secondo gli esperti, le ragioni del calo dei tassi di natalità sono la mancanza di sicurezza del lavoro e la mancanza di servizi di assistenza all’infanzia a prezzi accessibili. I budget della previdenza sociale vanno principalmente alle pensioni e la maggior parte dei lavori offre solo contratti temporanei che non garantiscono alcuna forma di stabilità finanziaria.

Per ovviare al problema, le aziende ora offrono ai dipendenti bonus per la nascita dei bambini, finanziando anche la creazione di scuole. È previsto anche il congedo parentale retribuito. I genitori hanno anche la prospettiva di orari di lavoro flessibili.

Un recente studio di Confindustria, la Federazione Italiana Imprese, ha rilevato che nella regione circa un quinto delle aziende fornisce assistenza finanziaria ai lavoratori con bambini. In un quarto delle aziende i genitori possono contare anche su orari di lavoro flessibili.

«La scelta è facile», osserva Filiberto Zovico, responsabile del think tank economico ItalyPost. “Le aziende sono costrette a prendere questo tipo di misure, altrimenti scompaiono irrevocabilmente”.

(fjc)

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