Oggi, la decisione del CTS su Astrazeneca: Hope parla alle 16:00. Le regioni sono sole: anche Umbria e Valle d’Aosta fermano il vaccino per gli under 60

Le disposizioni del CTS sulle modalità di somministrazione del AstraZeneca, aveva già aspettato ieri quando gli esperti hanno incontrato quelli dell’Aifa senza arrivare ancora a un punto. La questione dell’efficacia e dei rischi connessi all’inoculazione del siero anglo-svedese, infatti, mosso il dibattito scientifico anche dopo a morte del 18enne ricoverato a Genova per una reazione avversa. Ricoverata a Pisa anche una donna di 42 anni dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino durante un open day. La decisione degli esperti è però prevista per lo stesso giorno: alle 16, il ministro Roberto Speranza spiegherà i dettagli in una conferenza stampa.

Sospendono anche Umbria e Valle d’Aosta

Con la crescente attesa di un verdetto da parte delle autorità sanitarie, in queste ore alcune regioni si sono mosse in autonomia. Attualmente sono sette le regioni che hanno sospeso il vaccino vettore. Sicilia ieri rivisto come utilizzare e come misura precauzionale sospesa la somministrazione di AstraZeneca ai minori di 60 anni. Oggi l’Umbria monitora e blocca “per oggi” l’utilizzo del vaccino negli hub per tutti i soggetti con meno di 60 anni. La Valle d’Aosta ha inoltre sospeso l’utilizzo del vaccino annullando i due open day previsti il ​​12 e 13 giugno ad Aosta e Donnas. Vale la pena evidenziare che tutte le realtà territoriali, comprese Emilia Romagna e Piemonte, hanno sottolineato che devono comunque rispettare le linee guida dell’Aifa. Inoltre, secondo l’approvazione del siero per tutti gli over 18 da parte di Ema e Aifa, non è possibile vietare esplicitamente un vaccino se non diversamente indicato dalle autorità di farmacovigilanza. In questo contesto, la campagna di vaccinazione ne risente. Dal polo capitolino della Nuvola di Fuksas, infatti, è stata comunicata una diminuzione del numero dei giovani in coda per ricevere il vaccino: solo un centinaio rispetto alle migliaia registrate nei giorni scorsi.

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Il nodo sulle seconde dosi

Finora la campagna di vaccinazione in Italia ha accolto AstraZeneca per 2 milioni e 80.000 persone sotto i 60 anni. Di questi, circa 1 milione e 20.000 non hanno ancora effettuato la chiamata. È proprio l’inoculazione della seconda dose a creare problemi per l’organizzazione dell’auto del commissario straordinario. Francesco Figliuolo. Da un punto di vista scientifico, era confermato la possibilità di ricevere la seconda dose anche con un vaccino diverso da quello anglo-svedese. Questa è l’ipotesi ampiamente auspicata dai governatori regionali per poter completare i cicli vaccinali per la popolazione. Ma il problema è anche logistico. Molte regioni hanno poca disponibilità di prodotti a RNA Pfizer oh Moderno e questo complica il processo di completamento dell’inoculazione. Inoltre, avendo come priorità i richiami dei più a rischio, se AstraZeneca viene bandita dagli enti regolatori, ci sarà anche una mancata somministrazione ai più giovani. AstraZeneca, infatti, è stata funzionale agli obiettivi del governo sulla copertura dei bambini, che ha saputo immunizzare parzialmente mettendo al centro del dibattito le scorte di siero.

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