Ci sarà una terza stagione di fiction?

Entro la fine della seconda stagione di The Swan Company, è inevitabile chiedersi se i ragazzi torneranno, se gli adulti raccoglieranno le feroci sfide che hanno caratterizzato quest’anno. Ci sarà The Company of the Swan 3?

L’ultima nota risuona ancora nell’aria, nelle splendide sale del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. La stagione 2 di Company of the Swan si è appena conclusa, ma ci sarà una terza stagione?

Dopo sei sere tra psicodrammi di ragazzini e ragazzini, ormai adulti e alle prese con le rivalità e lo spietato mondo della musica classica professionale, non più solo con le liti studentesche. Una storia che ha provocato ferite e hanno generato gli anticorpi di cui i ragazzi hanno bisogno per diventare più alti, maturare principalmente come uomini e solo secondariamente come musicisti.

L’amicizia è sempre più una famiglia che scegli, soprattutto per le giovani generazioni, che ne hanno colto appieno il valore solo nelle ultime battute di questo secondo anno di narrativa. Anno non certo facile, tra gli adulti che hanno invece perso il valore dell’amicizia e continuano a farsi del male e riaprire vecchie ferite, e fuori dai giochi per la complessità della pandemia.

Nessuna certezza sul ritorno della Compagnie du Cygne con un terzo capitolo, anche se non ci sarebbero problemi dal punto di vista della coerenza narrativa, per andare avanti. Il finale è perfettamente compatibile con un ritorno in Conservatorio, riprese delle vite, degli amori e dei concerti dei protagonisti dopo un anno, o chissà due. È al piano di sotto la bellezza di una serie che segue i giovani che si stanno formando, che crescono, gli attori lo fanno con i personaggi che interpretano.

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Motivo più che sufficiente per auguro il ritorno della società, perché sono milioni di loro che si sono affezionati alle storie dei ragazzi, come testimonia il grande successo della prima stagione. Il secondo aveva un punteggio più basso in termini di audience, e poteva essere un messaggio inviato dai telespettatori: concentrando la storia sui più giovani, forse hanno apprezzato meno il rapporto diabolico, tra passato e presente, tra il maestro Luca Marioni (Alessio Boni) e Teoman Kayà (Mehmet Gunsur), con Irene Valeri (Anna valle) per chiudere il triangolo. Il triangolo, giusto? Certamente, per molti, l’orchestra è la risposta e la speranza di un futuro anche sul piccolo schermo per Matteo, Barbara, Domenico, Sara, Robbo, Sofia, Rosario e tutti gli altri. Avremo la risposta definitiva nelle prossime settimane.

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