Green pass “obbligatorio” in Italia, ecco i problemi da risolvere – Cronaca

Milano – L’orizzonte delle vacanze si avvicina, ma non è roseo come previsto. E se la scorsa estate la pandemia ha ripreso fiato dopo agosto, quest’anno i contagi continuano a registrare un lento ma costante aumento nonostante i vaccini (il Bollettino Covid oggi segna 3.127 nuovi casi e 3 decessi). L’obiettivo del governo è quello di mantenere tutta Italia in zona bianca almeno fino al 15 agosto, per questo, come previsto da Ministro Roberto Speranza, “I ricoveri peseranno di più”. Con i parametri attuali e con l’avanzamento della variante Delta, infatti, diverso, le regioni rischiano di diventare zone gialle. Nel frattempo, in Italia, il prime micro zone rosse. La prossima settimana sarà decisiva: il nuovo decreto anti-Covid con un collare verde allargato e più rigoroso sul modello francese. Ancora distanti le posizioni di maggioranza sui vaccini e sull’utilizzo del certificato verde, ma il governo sta lavorando per trovare un accordo sull’estensione dell’obbligatorietà del pass. Tra domani e martedì il Comitato tecnico scientifico darà le sue indicazioni, poi il presidente del Consiglio Mario Draghi convocherà la cabina di regia per depositare il provvedimento. Infine, tra giovedì e venerdì è atteso il via libera del Consiglio dei ministri

Il primo nodo riguarda l’introduzione in Italia, come già in Europa, delobbligo di doppia dose vaccino per ottenere il pass verde. Un nuovo giro di vite sulla possibilità, finora pianificata, di ottenere il certificato verde 15 giorni dopo la somministrazione della sola prima dose. Il problema non è di poco conto, visto che molti italiani hanno già prenotato le vacanze fuori regione, fiduciosi nella validità del “pass locale” con una sola dose somministrata. La soluzione italiana potrebbe venire dall’obbligo del doppio tampone, in partenza e all’arrivo, per chi non ha effettuato la seconda dose. Ma non è tutto. Molti riferiscono di non essere in grado di ottenere il certificato dopo aver completato il ciclo di vaccinazione.

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Poi c’è il paradosso del Covid guarito, che ha bisogno di una sola dose di vaccino, ma proprio per questo non possono ottenere il pass verde. “Sono Giovanni residente a Roma ma in assistenza temporanea in Campania – scrive un lettore – ecco la mia situazione: primo tampone positivo esito 9.11.2020, tampone negativo 15.11.2020, certificato di guarigione da Covid 15.11.2020, certificato di vaccinazione monodose 30.4.2021 secondo decreto ministeriale. Mai ricevuto il greenpass, dal 28 giugno scrivo a [email protected], l’unica volta che ho ricevuto risposta mi hanno indicato che il certificato di cura non era disponibile presso il sistema tessera sanitaria, l’ASL NA 1 lo ha inserito l’8.7.2021, poiché poi scrivo tutti i giorni a [email protected] ma non ci sono risposte e non avevo il greenpass, ho inviato pec a [email protected] e dg04.sistemainformativo@pec.regione.campania.it perché l’anomalia è evidente, ma anche lì non c’è risposta. Prendo danni, ho già annullato un viaggio già programmato e nel caso in cui l’Italia adotti restrizioni, sarà impossibile utilizzare i servizi: bar, ristoranti, cinema, trasporti. “Giovanni non è un caso isolato. Maria Cristina scrive a Ilgiorno.it racconta la sua odissea: “Il 31/05/2021 sono andato a fare il vaccino (Pfizer) presso il centro Unipol Arena di Casalecchio di Reno. Il medico che mi ha curato mi ha detto che avendo fatto il vaccino entro 6 mesi dalla guarigione dal Covid, non avevo bisogno di presentarmi alla seconda dose. Successivamente ho ricevuto il pass verde, in cui risulta che ho preso solo una delle due dosi previste. In pratica il mio pass verde non è valido perché il vaccino è incompleto e non ho ricevuto alcun documento che attesti che non ho avuto bisogno di una seconda dose. I numeri verdi che contatto non rispondono e, proprio ieri, ho potuto parlare con n1500. Dopo un’estenuante attesa, mi hanno detto che nella mia situazione ci sono molte persone e che il problema sta in a Fallimento del sistema che non mi ha registrato correttamente e altri che hanno il mio stesso problema. Come risolvete questo caos che attualmente non mi permette di andare all’estero e, in futuro, limiterà ancora di più la mia vita sociale?”

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Pass verde nei luoghi pubblici e nei mezzi di trasporto

Il governo sta lavorando per rendere obbligatorio il green pass in luoghi pubblici a rischio di assembramento, quindi stadi, concerti, fiere, discoteche, cinema, teatri e palestre, ma anche bar e ristoranti al coperto, feste, banchetti e cerimonie. Non solo, con l’aumento dei contagi e la possibilità che alcune regioni rientrino nella zona gialla, il certificato verde potrebbe diventare indispensabile anche per prendere mezzi di trasporto: treni a lunga percorrenza, ma anche battelli e aerei. Tuttavia, per il momento, sembra escluso che possano essere richiesti su autobus, tram e metropolitane. Ma se la curva epidemiologica dovesse registrare un’impennata a settembre, non è escluso che il certificato verde sia obbligatorio anche sui veicoli cittadini.

Sanzioni: chi è a rischio (e cosa)

Il pass verde deve essere presentato all’ingresso dei luoghi/locali a rischio di affollamento o quando si utilizzano i mezzi pubblici se necessario (treni a lunga percorrenza, battelli, aerei). In caso di mancato rispetto delle regole, sono previste sanzioni elevate: 400 euro di multa per i clienti e cinque giorni di chiusura per i locali. Le penali saranno ridotte a 260 euro se pagate prima del quinto giorno. Ma in tema di Fratelli d’Italia non scende a compromessi: “Le attività – tuona la dirigente Giorgia Meloni – non hanno già subito abbastanza restrizioni in un anno e mezzo? Per il Governo n. oppure di abbassare le serrande per 5 giorni se ci sono clienti sprovvisti di Green Pass”.

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