Ibrahimovic ha i numeri di Van Basten ma questo Milan non è solo Zlatan | notizia

Ovunque guardi, inizia il campionato Milano è fondamentalmente inattaccabile. A livello di numeri, basta guardare la classifica che dopo otto giornate era andata così bene per i rossoneri solo nel 2003/04, quando poi è arrivato lo scudetto. Da un punto di vista tecnico-tattico, io 20 risultati utili consecutivi (compresa la finale della scorsa stagione) attestano la forza di un gruppo che ha avuto diversi punti di forza, come ieri a San Paolo, e pochissime cadute. Dal punto di vista degli individui, vanno daAcciaio inossidabile Ibrahimovic scopri profili come Hauge o Gabbia, giovani ma già affidabili.

La bellezza e l’onore di guardare la classifica dall’alto verso il basso ora coinvolge il brutto (se così si può chiamare) e il peso di non poter più fingere che non sia successo niente. Il Napoli è stato – anzi, visto che c’è un’eternità fino alla fine del campionato – accreditato tra i candidati più credibili per il Scudetto lotta, la facilità con cui i rossoneri hanno superato l’inciampo del San Paolo non permette più alla banda di Pioli di nascondersi, almeno intenzionalmente.

Ma attenzione: entrare in corsa per la vittoria finale non significa costringere la squadra ad andare fino in fondo o considerare un secondo-terzo posto come un fallimento: l’obiettivo resta quello di trovare la qualificazione in Champions League Lega. In un anno come questo, speciale per tanti motivi (soprattutto quelli del contesto economico e sociale che offrono un campionato equilibrato e imprevedibile), i tifosi del Milan hanno il diritto di fare anche un solo pensiero di gloria. .

Anche perché la squadra non molla un colpo. Il cover man è Ibrahimovic: dieci gol nei primi 8 del campionato, eguagliati Nordahl 1950/51, davanti alla storia del Milan c’è solo Van Basten che nel 1992/93 ha segnato 12. Dietro lo svedese c’è sostanza, non è un caso che sia arrivato il terzetto quando Zlatan era già assente per infortunio, con il Napoli andato in dieci ma questo non toglie alcun merito a Hauge che fa parte di questo nutrito gruppo di giocatori rivitalizzati o scoperti (da Brahim Diaz a Gabbia passando per Calabria o Kessie) dalla società e dall’allenatore e che anche ti fanno sentire più rilassato in una stagione di doppi impegni.

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A fine novembre è meglio non mettere il carro troppo lontano davanti ai buoi ma, dal primo in classifica, con una rotta ben definita iniziata lo scorso anno e se un po ‘buona ordina permetterà a Pioli di non perdere troppo pedine per strada, sognare non è vietato. .

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