Il Papa nomina 20 nuovi cardinali

Il Papa nomina 20 nuovi cardinali

SCIMMIA

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  • Andrea Vrede

    Corrispondente Vaticano

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Può un papa decidere chi sarà il suo successore? Risposta: no. Può, tuttavia, fare tutto ciò che è necessario riguardo alla composizione del collegio cardinalizio che alla fine eleggerà il nuovo papa. Nominando cardinali (“creare” in gergo ecclesiastico) che, ai suoi occhi, stanno facendo bene il loro lavoro. Cardinali che condividono largamente la sua visione del futuro della Chiesa.

Questa nomina deve essere fatta con una certa regolarità, perché secondo le regole ci devono essere circa 120 cardinali elettorali in un conclave. I cardinali perdono il diritto di voto all’età di 80 anni e di solito non sono i più giovani quando ottengono il cappello cardinalizio. A volte si muore prima di raggiungere quell’età. Per questo, ad eccezione del 2021, Francesco ha mantenuto il numero dei cardinali elettorali con nuove nomine ogni anno da quando è entrato in carica nel 2013.

Con e senza diritto di voto

Oggi venti nuovi cardinali a Saint-Pierre riceveranno dalle mani del papa il loro cappello cardinalizio rosso. Questo evento è chiamato concistoro, riunione di cardinali. Sedici di loro hanno meno di 80 anni e potranno quindi votare al prossimo conclave. Gli altri quattro sono più anziani e ricevono il titolo cardinalizio come ricompensa per i servizi resi. Se c’è un conclave, possono partecipare anticipatamente alle assemblee generali, ma non votano più.

Da tutto il mondo

Come nei precedenti concistoro, Francesco scelse candidati eminenti. Non i vescovi o gli arcivescovi delle città da cui tradizionalmente provengono sempre i cardinali, come Milano, Venezia o Parigi, ma per esempio l’arcivescovo di Marsiglia e il vescovo di Como. Negli Stati Uniti, il vescovo della piccola San Diego può gioire del tanto agognato cappello cardinalizio, mentre i suoi colleghi di San Francisco e Los Angeles sono ancora una volta schietti.

Nelle sue scelte Francesco guarda anche molto di più a regioni lontane da Roma e dall’Occidente. Ad esempio, la Mongolia ha ora un cardinale nella persona del giovanissimo vescovo Giorgio Marengo, 48 anni. In passato, luoghi come Brunei, Rabat, Haiti, Tonga e Papua Nuova Guinea hanno ricevuto un cardinale.

Con questo concistoro è ora inclusa anche Timor orientale. Mentre il numero di europei e nordamericani è ancora significativo, l’influenza di altri continenti continua a crescere: America Latina, Africa e soprattutto Asia. Queste ultime due sono anche le aree in cui la Chiesa cattolica sta crescendo.

Impegno sociale

Per Francesco, due aspetti sembrano pesare di più nella scelta dei suoi cardinali: la loro presenza nei luoghi in cui i cattolici sono largamente in inferiorità numerica e, soprattutto, il loro impegno sociale. Aiutare i migranti, prendersi cura dei deboli, proteggere l’ambiente sono qualità importanti dei nuovi cardinali. Come l’arcivescovo indiano Anthony Poola che appartiene ai Dalit, la classe più bassa di questo paese. O il vescovo brasiliano Steiner, feroce oppositore del presidente Bolsonaro.

Verso il conclave

In un conclave, un papa deve essere eletto con una maggioranza di due terzi. Francesco ha nominato il suo successore? Ancora no, perché i processi di gruppo sono difficili da prevedere e la corsa alla candidatura del Papa è appena iniziata.

Francis ha detto con fermezza che non sta pensando di smettere in questo momento. Ma nei prossimi giorni tutti i cardinali si ritroveranno a Roma per discutere della riforma appena attuata della Curia, l’organo di governo della Chiesa. Coglieranno questa opportunità con entrambe le mani per conoscersi meglio. Sotto l’occhio di approvazione del loro papa che non sa chi verrà dopo di lui, ma senza dubbio spera che almeno si sia assicurato la sua eredità.

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