L’Intelligenza Artificiale minaccia il lavoro di 8,4 milioni di italiani, secondo l’associazione Confartigianato. Secondo un recente studio, il 36,2% degli occupati in Italia subirà l’impatto delle trasformazioni tecnologiche e dell’automazione. La Lombardia e il Lazio risultano essere le regioni più esposte a questa problematica.
A livello europeo, Germania e Francia affrontano una percentuale di lavoratori a rischio superiore rispetto all’Italia. Tuttavia, il Lussemburgo è il Paese del Vecchio Continente che vanta la più alta percentuale di lavoratori in bilico.
Le professioni più a rischio sono quelle qualificate, ad alto contenuto intellettuale e amministrativo. Tuttavia, secondo la consulenza di Di Domenico del Bcg, le imprese italiane si dimostrano resilienti e capaci di adattarsi velocemente a questa nuova realtà.
In Italia, il 25,4% dei lavoratori, pari a 1,3 milioni di persone, è a rischio a causa dell’IA. Le piccole imprese, con meno di 49 dipendenti, hanno una percentuale del 22,2% di lavoratori in pericolo. La Lombardia è la regione più colpita, seguita dal Lazio, Piemonte e Valle d’Aosta.
Tuttavia, alcune aziende hanno tratto vantaggio dall’implementazione dell’IA per ottimizzare i propri processi di business. L’IA viene considerata un mezzo da governare intelligentemente per garantire il progresso dell’artigianato.
Nonostante i rischi, l’intelligenza artificiale non può sostituire la creatività e le competenze degli imprenditori italiani. Questo aspetto rimane un valore aggiunto che solo l’essere umano può apportare.
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