Secondo le fonti delle indagini, il sospettato, di origine pakistana, “ha ammesso” e “rivendicato” l’attentato davanti all’ex sede del quotidiano satirico
Quartier generale di Charlie Hebdo si è trasferita in un luogo segreto e ultra protetto per quattro anni. Lo rivelano fonti vicine alle indagini. Il pakistano ha anche riferito di aver perlustrato più volte l’area prima di agire e che la presenza di una bottiglia di alcol nella sua borsa era dovuta al suo piano iniziale di incendiare l’edificio.
Ali H. in Francia per tre anni – L’uomo in custodia di polizia, Ali H., secondo le stesse fonti avrebbe “riconosciuto” e “rivendicato” il suo gesto. Secondo le informazioni ottenute dalla televisione Bfm, l’uomo, per il quale è stata prorogata la detenzione, ha ammesso “una dimensione politica della sua azione”. Charlie Hebdo aveva ripubblicato le vignette alla vigilia del processo, all’inizio di settembre, per l’attacco del 2015 che ha provocato la morte di 12 persone. Nato a Islamabad in Pakistan, Ali H. è arrivato in Francia “tre anni fa come minore non accompagnato”, secondo il ministro dell’Interno Gerlad Darmanin.
Liberato algerino di 33 anni – Le autorità francesi hanno intanto rilasciato il secondo uomo, un uomo di 33 anni, arrestato subito dopo l’attacco. Secondo France Presse, è stato un algerino a dire agli investigatori di essere “un testimone” e di “aver seguito l’aggressore ed essere stato poi minacciato”. Una storia “confermata da sondaggi”. L’avvocato 33enne, Lucie Simon, ha scritto su Twitter che l’algerino “ha cercato di fermare l’aggressore”. Finora, sette persone sono state arrestate dalle autorità, compresi i pakistani. Gli altri sei sono stati presi in custodia dalla polizia dopo perquisizioni in due case in cui viveva il diciottenne.
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