Il Milan esce dalla crisi all’improvviso e nel modo meno previsto. Vince a Roma (2-1) con Ibrahimovic al centro del servizio (sostituito da un problema all’adduttore poco prima del gol decisivo di Rebic), senza capitano Romagnoli retrocesso in panchina, con Tonali (non certo brillante) a Bennacer posto, ma domina per un momento e decide nel secondo. È presto per dire se torna l’orchestra guidata dal maestro Pioli, fatto sta che i rossoneri, nonostante una trasferta difficile e insidiosa, restano vicini all’Inter (meno quattro) riaffiorare da due settimane di buio quasi assoluto.
Per lo scudetto – chi mi legge lo sa – penso all’Inter dallo scorso settembre e quindi non credo che ci sarà una storia. Ma la vittoria del Milan dà vita a una questione – quella del titolo, appunto – che sembrava già archiviata. In realtà, avendo vinto la partita diretta, l’Inter ha effettivamente un vantaggio in più e non sarà facile riaverli tutti. Tuttavia, la distanza è tale che questo sprint lanciato da lontano non è considerato puramente accademico.
Pioli non ha sbagliato niente a partire dall’esclusione di Romagnoli, sostituito in maniera formidabile da Tomori e se si fidava ancora di Calhanoglu, non aveva dubbi ad alternarlo a metà partita (dentro Brahim Diaz). Anche quando Ibra ha incoraggiato il cambio (problema adduttore), l’allenatore non ha fatto una svolta: dentro Leao con Rebic come primo attaccante e il tutto senza che la squadra subisse traumi o contrattempi. Infatti, due minuti dopo il cambio (58 °), Rebic ha segnato il gol decisivo su uno straordinario diagonale sinistro, dopo un errore di Pau Lopez (tocco corto catturato da Calabria) e un assist di Saelemaekers. Quindi, per dimostrare che non è stata esattamente una notte fortunata, Rebic (in forma sublime) si è infortunato e Krunic è entrato, ma il gioco non è cambiato.. Nel senso che il Milan ha continuato a farlo con un sontuoso Kessie a centrocampo e un sacrificio di individui davvero ammirevole.
Insomma, il Milan torna umiliato dalla certezza che questo sia un gioco di squadra, uno sforzo condiviso, tante giocate altruistiche (compresa quella di Ibrahimovic) e una serie di occasioni che hanno riportato la Roma da tempo. Fonseca e la sua squadra, almeno in campo, hanno contestato duramente il rigore (richiamo e decisione al Var) assegnato dall’arbitro Guida per un fallo molto insolito di Fazio contro Calabria. Per me c’è stato e, francamente, avevo sospettato il contatto illecito anche a velocità reale, ma capisco anche le ragioni di chi giudica il ruling fiscale. Tale rigore è veramente figlio della tecnologia, non del gioco, perché il gioco era continuato senza che nessuno, tranne forse Calabria, si accorgesse di un’irregolarità. Insomma, se si vuole assegnare rigore a qualcosa di serio – coerente e brutale allo stesso tempo – quello di Fazio è un intervento veniale rivelato solo da un’attenta osservazione supertecnica.
Ma così sia. La sanzione è stata concessa e Kessie lo ha trasformato (Ibrahimovic soffriva già ed obbedientemente è scappato). È al 42 ‘del primo tempo che il Milan parte con uno slancio straordinario. Due gol negati entro cinque minuti per fuorigioco. Il primo a Tomori (netto) il secondo a Ibrahimovic (pochi centimetri). Poi un pasticcio di Pau Lopez regala a Ibrahimovic un pallone mandato dal tallone di un palmo (5 ‘) e un diagonale di Rebic (17’), deviato da Pau Lopez, si avvicina al vantaggio. E mentre la Roma, sopraffatta e confusa, sporgeva con Veretout (torre Borja Mayoral, parata Donnarumma), Kjaer colpisce la traversa (calcio d’angolo di Calhanoglu). Un gol, a dire il vero, è stato annullato anche dai giallorossi (Mkhitaryan) per fallo di Mancini, ma il Milan è sempre stato il più produttivo a creare occasioni (Rebic da solo e Rebic per Saelemaekers) con Pau Lopez pronto a contrattaccare oa deviare . .
Pertanto, nonostante un piccolo rigore, il vantaggio del Milan è legittimo. Motivo in più per la ripresa della ripresa, è con Théo Hernandez in progressione centrale che, invece di servire il libero Ibrahimovic, ha preferito chiudere con un piccolo distacco. Peccato di vanità, punito poco dopo (50esimo) dal pareggio di Veretout, assist di Spinazzola, con palla attorno al lungo palo di Donnarumma. L’uscita di Ibra, dopo quella di Calhanoglu, avrebbe potuto decretarne il crollo. Il Milan invece ha continuato a giocare, pressando alto, contrastando aggressivamente e muovendosi senza palla come non accadeva da tempo. Il gol di Rebic, prima di una serie di sostituzioni, è arrivato puntuale e naturale. E se la Roma avesse avuto la possibilità di pareggiare con Mkhitaryan (palla per un paio di baffi sopra la traversa dopo aver fatto sedere Kessie), Tomori ha chiamato in soccorso Pau Lopez da due passi (punizione di Theo Hernandez) e Krunic è costretto a rientrare con un tiro da centrocampo.
In mezzo ancora le proteste della Roma, questa volta per un rigore non dato. Guida ha giudicato fallo il primo intervento di Mkhitaryan su Hernandez e non il secondo di Hernandez sull’armeno. Per me l’arbitro aveva ragione e il Milan ha vinto con merito.
ROMA-MILANO 1-2 (primo tempo 0-1)
Marcatori: 43 ′ Kessie (rig.), 50 ′ Veretout, 59 ′ Rebic
Assist: 50 ‘Spinazzola, 59’ Saelemaekers
Riservati: 41 ′ Fonseca, 42 ′ Fazio, 46 ′ Saelemaekers, 80 ′ Mkhitaryan, 85 ′ Calabria
ROMA (3-4-2-1): Pau Lopez; Mancini, Cristante, Fazio (62 ′ Peres); Karsdorp, Villar (70 ′ El Shaarawy), Veretout (79 ′ Diawara), Spinazzola; Pellegrini, Mkhitaryan; Mayoral (79 ′ Pedro). Tutti.: Paulo Fonseca.
MILANO (4-2-3-1): Donnarumma; Calabria, Kjaer, Tomori, Theo Hernandez; Tonali (83 ‘Meite), Kessie; Saelemaekers (83 ′ Castillejo), Calhanoglu (45 ′ Diaz), Rebic (67 ′ Krunic); Ibrahimovic (56 ‘Leao). Allenatore: Stefano Pioli.
Arbitro: guida
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