Lazio-Tamponi, arriva l’espulsione: ecco cosa rischia la società

La procura presieduta da Chinè ha notificato stamattina il provvedimento (anche al medico sociale Rodia), quindi niente deposito o istanza. Le varie violazioni saranno discusse in tribunale federale

Nessun deposito, nessun patteggiamento. La procura federale ha informato questa mattina la Lazio del deferimento del presidente Lotito e dei dottori Pulcini e Rodia per la vicenda degli assorbenti interni. Dopo la chiusura delle indagini comunicata il 22 gennaio, il club biancoceleste ha prodotto un verbale difensivo ed era prevista anche l’udienza di Lotito, che ovviamente non sono state ritenute sufficienti dal pm Giuseppe Chinè per chiudere un caso su cui aveva raccolto elementi negli ultimi mesi. . procedere. Materiale che ha verificato la non conformità al protocollo in varie occasioni e per diversi motivi.

Tutte le accuse

Le accuse sono numerose e molto pesanti. Il provvedimento specifica che Lotito è licenziato “per non aver applicato o comunque per non aver assicurato il rispetto delle norme relative ai controlli sanitari e alle necessarie comunicazioni alle competenti ASL”, ed in particolare per “non aver comunicato al più presto possibile alla competente ASL la positività COVID-19 di 8 (otto) tesserati, riscontrata il 27 ottobre 2020, a seguito dei cosiddetti tamponi Uefa del 26 ottobre 2020, in vista della partita di Lega dei campioni Brugge-Lazio di 28 ottobre 2020, e per non aver comunicato alla ASL competente i nominativi degli “ stretti contatti ” dei componenti positivi, e per non aver “ concordato ” con le competenti ASL locali le modalità per l’isolamento fiduciario della squadra membri del gruppo ‘positivo’ e quarantena dei membri del gruppo del team ‘negativo’, o ‘stretto contatto’ dei membri ‘“ positivi’ ‘e, quindi, per non aver attivato alcun misura sanitaria preventiva con riferimento al cosiddetto ‘stretto contatto’ dei titolari di carta risultati positivi al Covid-19 “. Stesso discorso, ancora una volta per “la positività di 8 (otto) titolari di tessera”, ritrovata il 3 novembre 2020, a seguito dei campioni per l’incontro di Champions League Zenit-Lazio, e per quello di tre tesserati del 30 ottobre per il Partita di campionato Torino-Lazio. Si contesta inoltre che “di aver consentito o, comunque, di non aver impedito a 3 (tre) giocatori di giocare, con il restante gruppo di squadre, l’intero allenamento della mattina del 3 novembre 2020 fino al termine del gli stessi, nonostante la loro positività ai cosiddetti tamponi. La UEFA istituita il 2 novembre 2020 era nota al dottor Rodia “e di” non aver sottoposto al periodo di isolamento obbligatorio, in caso di asintomaticità, di almeno 10 giorni, dall’esito del tampone del 26 ottobre 2020, come previsto dalla circolare del Ministero della Salute del 12 ottobre 2020, il proprio giocatore (Ciro Immobile, ndr) che è stato utilizzato durante la partita Torino-Lazio del 1 novembre 2020 “e” per “non aver subito il periodo di isolamento, in caso di asintomaticità, di almeno 10 giorni, dall’esito del bollo del 2 novembre 2020, come prevede la circolare ministeriale del 12 ottobre 2020, un giocatore proprio, e, quindi, di averlo incluso nella partita separata di Lazio-Juve 8 novembre 2020 “. Oneri che ricadono anche su Pulcini, dirigente sanitario, e Rodia, medico sociale, “ciascuno nella misura delle rispettive competenze e / o, comunque, in concorrenza per non aver rispettato le predette norme sui bilanci della sanità e nca comunicazioni varie alle autorità sanitarie locali competenti “. Infine, la Lazio è stata anche licenziata “per rispondere a titolo di responsabilità diretta per la violazione dell’articolo 6, comma 1, del vigente CGS, per i comportamenti posti in essere dal Presidente Lotito; per rispondere come responsabilità oggettiva per violazione dell’articolo 6, comma 2, del CGS in vigore, per i comportamenti posti in essere dai dottori Pulcini e Rodia; per rispondere sotto la propria responsabilità, ai sensi della UC n ° 78 / A FIGC del 1 settembre 2020, che impone gli obblighi di adempimento con i Protocolli Sanitari, finalizzati al contenimento dell’emergenza epidemiologica del COVID-19 emanati dalla FIGC e validati dalle competenti autorità sanitarie e governative, anche direttamente supportate dalle aziende ”.

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Tribunale e sanzioni

Le violazioni al protocollo Covid della FIGC contestate dalla Procura saranno quindi ora discusse innanzi al Tribunale Federale. Le sanzioni variano a seconda della gravità dell’infrazione constatata: multa, punti di penalità, retrocessione ed esclusione dal campionato.

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