PP23: I Black Keys hanno perso il loro lustro

PP23: I Black Keys hanno perso il loro lustro

PP23: I Black Keys hanno perso il loro lustro

Cosa stai dicendo, i Black Keys non hanno mai giocato a Pinkpop? Non sembra una partita uno contro uno? Oh wow, non sono mai stati in Europa dal 2014? Che ne dici di quello? Ok, fin dall’inizio: Dan Auerbach e Patrick Carney hanno formato un duo rock blues alla The White Stripes nei primi anni zero (con grande fastidio di Jack White), ma hanno sfondato quando il produttore Dangermouse li ha aiutati con una tavolozza sonora più ampia. Hanno segnato successi radiofonici e titoli … e poi tutto è finito all’improvviso. Un tour europeo nel 2015 è stato cancellato perché Carney si è infortunato alla spalla, poi le cose non sono andate bene tra i due e hanno gettato la spugna.

Eccoli tornati, da quattro anni appunto, con due album e una cover, ma ora anche sul palco. Ad essere onesti, nessuno qui conosce questi ultimi due album e la band preferisce saltarli (solo due brani mediocri in totale). The Black Keys è un viaggio nella memoria stasera. Beh, certo, il duo ha sempre scavato nel passato musicale (Auerbach è uno scavatore riconosciuto), ma nei loro giorni migliori, i Black Keys sono riusciti a rendere di nuovo cool il blues. Certamente non un compito facile. Il duo (assistito dal vivo da tre musicisti in tournée) non ha più quella scintilla. Auerbach è ancora un grande chitarrista e la spalla di Carney lo sta facendo di nuovo. Soprattutto canzoni da fratelli, Il Cammino E diventare blu sono ancora solide, ma l’urgenza non c’è certo.

IL MOMENTO:
Un po’ troppo in fondo al campo, quattro uomini si siedono con un tiepido baco dopo aver discusso su cosa dovrebbero pensare di questa controversa esibizione degli Hollywood Vampires. Chi diavolo ha iniziato questo piano diabolico, che ora era e che bar? Poi spuntano. Auerbach chiude la tranquilla prima parte di “Little Black Submarines” e apre un varco (sia con la gola che con la chitarra) che non può essere ignorato. I Black Keys finiscono con ‘Lonely Boy’, la canzone che riecheggia ovunque: ‘Oho oo, ho un amore che mi fa aspettare…’ Arrivano otto minuti prima. Quindi non vuoi davvero tornare.

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