Intervistato dal Corriere TV, Zlatan Ibrahimovic ha rilasciato queste dichiarazioni:
Sul più grande sportivo della storia: “Per me è Muhammad Ali, non solo per quello che ha fatto sul ring, ma anche fuori. Era forte e aveva una grande personalità, quella che poi ha detto di aver fatto”.
Della sua infanzia: “Per 17 anni sono stata nel ghetto, tutta la mia famiglia era lì. Poi a 17 anni ho deciso di lasciare il ghetto e ho scoperto un mondo nuovo, ho scoperto tante cose nuove”.
Sulla rabbia: “All’inizio la usavo in maniera incontrollata, mi faceva essere troppo aggressiva dentro e fuori dal campo. Poi con l’esperienza e la maturità ho imparato a controllare la rabbia e a farla emergere nel mio modo di giocare”.
Su come si gioca a 40 anni: “Prima faccio quello che mi chiede il mister. Mi adatto a tutto per aiutare la squadra. Prima ero più attivo, ora scelgo cosa posso fare per essere utile alla squadra”.
Sul calciatore più forte di tutti i tempi: “Direi Ronaldo Il Fenomeno. Non ho visto Maradona dal vivo, l’ho visto solo in te. Ho visto Ronaldo dal vivo, bambino ho cercato di imitarlo”.
Su Messi e Cristiano Ronaldo: “Sono molto forti, è una scelta difficile. Se devo scegliere dico Messi perché ho giocato con lui e tutto quello che fa non è costruito, ma l’ha fatto naturalmente”.
Sul difensore più forte affrontato: “Sono tanti, se giocavamo in Italia giocava contro tanti difensori forti. Dieci anni i difensori erano peggio, non c’era nemmeno il VAR. Se devo fare qualche nome io dicono Paolo Maldini, Nesta, Stam, Chiellini, Thiago Silva”.
Su Thiago Silva: “Quando giocavo con lui dicevo che avevo un Ibrahimovic in difesa. Era il difensore più completo, sapeva fare tutto. Poi siamo andati insieme anche a Parigi, abbiamo vinto insieme. È un grande difensore”.
Su Mihajlovic e Materazzi: “Mihajlovic era un provocatore sportivo, ma Materazzi voleva davvero farti del male. In campo capisci quando qualcuno vuole farti del male, voleva fare del male a me. Ho aspettato il momento giusto per vendicarmi in campo. La terra rimane sulla terra. Era un duello, voleva entrare, ma volevo farlo anche io e ho fatto il suo gioco, da questo duello mi sono rialzato, lui no. È stata la mia risposta dopo cinque anni di partita, Pippo Inzaghi negli spogliatoi ha detto: ‘E’ stato il miglior derby che ho vinto in carriera, 1-0 di Ibra e Materazzi in ospedale'”.
Sul razzismo: “A Roma, dopo aver segnato, avevo troppa adrenalina. Tutto lo stadio era contro di me, ho segnato e applaudito come al solito a braccia aperte, ma l’arbitro mi ha avvertito. Gli ho chiesto spiegazioni dopo il cartellino giallo perché in 50mila mi urlavano contro e alla fine ho pagato io. Mi sembrava strano. ”
Sulle gioie più belle: “Senza dubbio la nascita dei miei figli viene prima di tutto. Quando hai figli la tua vita cambia. Anche dopo una brutta prestazione torni a casa e subito dimentichi tutto”.
Sul gol più bello: “Il colpo di testa contro l’Inghilterra. Gli inglesi mi hanno sempre attaccato, è stata una risposta anche per loro”.
Sulla moglie: “Per stare insieme tanti anni ci vuole rispetto e pazienza. Ci sono giorni sì e giorni no, ma se ami una persona puoi stare insieme tutta la vita”.
Sul ritorno al Milan: “Mi sono ricordato del vecchio Milan che era diverso da quello attuale. Per arrivare in alto ci vuole molto sacrificio.
Su Leao: “Abbiamo tutti un carattere diverso. È giovane, sta maturando, può crescere ancora tanto per il talento che ha. Non potevo stimolarlo.
Se non aiuta se stesso, nessuno può aiutarlo. Prima di questa stagione è completamente cambiato, ha capito da solo cosa fare. ”
Sullo scudetto: “Chi vince? Vedremo. Quest’anno il campionato è interessante. Lo scudetto si decide a febbraio e marzo, non adesso”.
Sui pm: “Non credo che abbiano troppo potere. Hanno influenza, ma nessun potere. Decidono i club. I pm lavorano per i giocatori”.
Sull’inchiesta sulla Juve: “Non so niente, non so giudicare”.
Su come arrivare a 40 a certi livelli: “Il segreto è la mentalità e il lavoro di tutti i giorni. Lavoro per raggiungere i miei obiettivi, ogni giorno sfido il mio corpo.
Al ritiro: “Ho un po’ paura di smettere perché non so cosa aspettarmi”.
Sulla sofferenza: “Fin da piccola ho sofferto. La mia famiglia è uscita da una guerra, loro sanno cos’è la sofferenza. Io sono abituato a soffrire. Quando sono arrabbiato posso giocare anche meglio di quando sono felice”.
Sul Covid: “Ho avuto un po’ di febbre, un po’ di dolore, ma era tranquillo. Non avevo paura. Adesso fa parte del mondo, devi prenderlo così. Devo prendere presto la terza dose” .
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