Bosatelli: “Voglio dare a Bergamo un modello per vivere bene”

Ci sono sette gru che svettano nel cielo e ai loro piedi brulicano più di cento operai indaffarati, in mezzo a una sessantina di betoniere che al giorno versano calcestruzzo in continuazione. Ma alto dieci metri, appoggiato alla balaustra del terrazzino sul tetto del palazzo di rappresentanza installato sul sito, con l’immancabile sigaretta in bocca, Domenico Bosatelli guarda un film completamente diverso, perché l’ha già visto. Tre anni fa, “srotolando” i progetti sul tavolo del suo ufficio. E anche quelli che gli avevi già “disegnato” in testa molto tempo fa. Quello che “Mr. Gewiss” vede di questo piccolo osservatorio privilegiato su un’area di oltre 70mila metri quadrati non è il “Chorus Life” di Bergamo (un investimento complessivo che supera i 300 milioni di euro), ma lo spirito e l’essenza di questo progetto, che presto sarà replicato in altre cinque realtà del nostro Paese, anche sul mare, in Liguria, e che avrà a Milano il suo “avamposto” più sviluppato. Per ora parliamo di cinque “noleggi”, ma l’idea, che sembra aver ricevuto più di una richiesta, punta a riprodurre il modello duecento volte, cento in riva al mare, con un porto turistico a disposizione, e cento all’interno, con un’arena multifunzionale al posto delle barche. Curve architettoniche futuristiche e concetti avveniristici, ma, secondo il calendario, questa “cittadella del futuro” a due chilometri dal centro di Bergamo, incastonata nel quartiere Borgo Santa Caterina, nell’antico quartiere Ote completamente recuperato, dovrebbe già essere una realtà dell ‘entro la fine della prossima estate, con l’inaugurazione prevista per il 24 settembre.

Presidente, cos’è veramente “Chorus Life”?

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