Milan-Juve, 50 sfumature: Dybala, dribbling di Leao, Ibra vs Chiellini…

Cinquanta buoni motivi per non perdere Milan-Juve: Theo-Cuadrado, Romagnoli e Morata, i due 10, gli allenatori, il campionato, l’arbitro…

Luigi Garlando

La Juve torna a San Siro pochi giorni dopo la finta Supercoppa Italiana, svanita all’ultimo respiro per il gol dell’Inter Sanchez.

Il Milan torna dopo l’epilogo ancora più traumatico dell’ultimo turno di campionato contro lo Spezia: il gol di Messias annullato per colpa dell’arbitro Serra e il sorpasso dei liguri sul filo del rasoio. Per Pioli e Allegri, stesso programma: convertire il Meazza in un luogo di gioia. Milan-Juve di domenica si preannuncia un big match. La Regina arriva lì spinta dagli 8 risultati utili che l’hanno avvicinata alla zona Champions. Il Diavolo, non essendo riuscito a superare la capolista Inter, deve assolutamente partire perché sente il fiato del Napoli nel collo e soprattutto perché vuole giocare il derby del 6 febbraio vicino ai suoi rivali. Un Milan-Juve da non perdere. Per molte ragioni, che vanno oltre l’archiviazione contabile. Ne proponiamo 50, nascosti tra le pieghe della festa. Perché vedere Milan-Juve?

Perché il Milan, furioso per l’effetto Serra, uscirà dal tunnel sbuffando come un toro.

Perché la Juve ripensa alla beffa di San Siro in Supercoppa e sbufferà anche lei come un toro.

Perché se il Milan si ferma ancora, dopo la caduta con lo Spezia, rischia di essere superato dal Napoli.

Perché la Juve arriva lanciata con 8 risultati utili in campionato e non vuole fermarsi.

Perché Ibrahimovic nel suo “Adrenaline” si chiede: “Chi mi darà l’adrenalina che mi dà per affrontare Chiellini?”. Questo potrebbe essere l’ultimo duello.

Perché, dopo i commenti di Arrivabene sui rinnovi di Perin e De Sciglio, Dybala cercherà altri amici sugli spalti. In quello che potrebbe diventare il suo stadio.

Perché il Milan di Pioli, con 47 gol realizzati, è il secondo attacco in Serie A.

Perché nel 2022 solo il Real Madrid, nelle prime 5 nazioni, ha segnato quanto la Juve: 12 gol. Chelsea e Fiorentina: 11.

Perché in prima serata offrono “La sposa” (serie televisiva), “Csi Las Vegas” (idem), “Avanti un altro” (quiz). Non perdere Spielberg o Tarantino.

Perché la Juve ha la terza miglior difesa di Torino (21 gol subiti), dietro a Napoli (15) e Inter (16).

Perché nella difesa del Milan c’è Romagnoli, che ad Allegri piace molto.

Perché a un certo punto il milanista Allegri ha allenato il brasiliano Ronaldinho.

Perché una volta il giocatore della Juventus Pioli si è allenato con il francese Platini.

Perché il francese Giroud potrebbe entrare in una partita in corso.

Perché anche questa volta Bonucci non entrerà a San Siro.

Perché torna Tonali che, con una media di Gazzetta (6,68), è il migliore di tutti i giocatori in campo.

Perché Locatelli, un ex, torna nel suo stadio dove ha segnato un bel gol contro la Juventus (ottobre 2016).

Perché Locatelli e Tonali sono due gioielli del c..t. Roberto Mancini.

Perché l’americano McKennie, in gran forma, ha segnato 2 gol in 3 giorni.

Perché la lite più violenta con un compagno, Ibra, è stata con un americano, a Milano: Onyewu. Una costola rotta.

Perché Ibra vuole dedicare qualcosa di importante all’amico in via di guarigione Raiola, che lo ha portato alla Juventus quando era piccolo.

Perché il Milan lunedì avrebbe potuto superare l’Inter e non vuole affrontarla il 6 febbraio, 5 punti sotto, con una partita in più.

Perché Morata ha segnato tutti e 6 i rigori con la maglia della Juve.

Perché il Milan è la squadra che ha sbagliato più rigori in campionato (3, Kessie, Ibra, Theo) e, se così sarà, vedremo chi giocherà.

Perché solo Vlahovic (75), Immobile (66) e Berardi (65) hanno tirato più di Dybala (64).

Perché solo Handanovic (79%) e Ospina (77%) hanno un tasso di risparmio più alto di Maignan (75%).

Perché Szczesny negli ottavi di campionato ha preso metà dei gol di Maignan: 6-12.

Perché è l’unica partita della 23a giornata tra due squadre della zona euro.

Perché sono le uniche squadre italiane ad essersi affrontate nella finale di Champions League: 2003.

Perché in tribuna ci saranno Maldini e Nedved, uno ha alzato la Champions a Manchester, l’altro ha saltato la finale in lacrime per squalifica.

Perché nessun difensore di Serie A ha fornito più assist di Theo Hernandez: 5.

Perché nessuno ha segnato più dribbling di Leao: 50.

Perché il giocatore più anziano delle due formazioni, Zlatan Ibrahimovic, 40 anni, è anche quello che ha segnato di più in questo torneo: 8 gol.

Perché De Sciglio torna nella sua culla rossonera, dopo il licenziamento della Roma. Il lato è in buone condizioni.

Perché i Calabria hanno giocato l’ultima volta da titolare nel derby l’11 novembre e sono quasi pronti mezzo campionato dopo.

Perché Milan e Juve hanno complottato per la Super League e poi hanno perso in casa contro Spezia ed Empoli.

Perché nessun difensore ha creato più occasioni da rete di Cuadrado: 33. Come Biraghi (Fiorentina) e Bastoni (Spezia).

Perché Leao è il miglior giocatore del campionato: 2 gol e 2 assist negli ultimi 4. Come nessuno.

Perché l’arbitro questa volta aspetterà qualche secondo prima di fischiare un fallo dal limite dell’area, giusto per evitare di ritrovarsi la faccia tra le mani di Rebic.

Perché il miglior gol dei 5 da giocatore della Juventus, Rabiot ha segnato contro il Milan a San Siro (7-7-20). In questo campionato è 0.

Perché le formazioni allo stadio saranno lette dal milanese Imbruttito: taac, testina…

Perché dal tallone di Bettega al rovescio di Del Piero per Trezeguet, la Juve ha fatto spesso cose buone a San Siro contro il Milan.

Perché Allegri ha negato la volata corta. Delle ultime 6 vittorie in campionato, solo una con la minima differenza.

Perché Pioli e Allegri, ancora giovani, hanno allenato in due 22 squadre diverse. Da tanta esperienza e tanto apprendimento può nascere un colpo di genio.

Perché Diaz e Dybala, i due numeri 10, hanno grazia nei piedi, ma il fisico da postino. Non ci fanno sentire in colpa se saltiamo la palestra.

Perché De Ligt, accudito da Van Basten, cercherà di fermare Ibra che, da bambino, veniva esaltato da Van Basten. Triangolo dell’Ajax.

Perché il San Siro, anche se sta morendo, resta la società calcistica più affascinante del mondo.

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