Rijeka-Napoli, bollettini: Meret vola e salva, Demme segna e porta il cross. Orrore di Koulibaly e Lobotka

Il bello è solo il risultato per la squadra di Gattuso: troppi errori in difesa e poca unità tra i reparti.

Guadagnalo Napoli a Rijeka, ma contro il Rijeka, per il team di Gattuso, è tutt’altro che una passeggiata. Primo tempo impeccabile: i napoletani sono quasi sempre in balia di avversari che infuriano sugli stranieri e creano superiorità numerica. Azione dopo azione, il blues perde le sue connessioni e la sua compattezza. E così Muric, bravo a seguire al centro il torrido contropiede che si è sviluppato quasi incontrastato sul lato destro degli ospiti, trafigge gli innocenti Meret con una deliziosa sinistra. I padroni di casa, sulle ali dell’entusiasmo, provano ad accelerare ma trovano nel portiere friulano un fiero baluardo. Alla fine della prima fase, lo è Dalla signora per trasformare in traguardo il primo vero orgoglio campano: diamante svirgola nella regione, Mertens finisce e il mezzo italo-tedesco gira in rete. 1-1 e ci riposeremo. Nel secondo 45 ‘, nonostante i ringhi del tecnico calabrese, il Napoli sembra non averlo ricevuto e Menalo colpisce quindi un palo (che forse trema ancora). Grande paura. Poi, pochi minuti dopo, arriva il gol della vittoria: Politano Colpisce di testa nell’area piccola e, grazie ad un frutto fortunato sulla coscia di un difensore, trova l’ultima rete di passaggio. Massimo risultato – come si dice in gergo – con il minimo sforzo. Il Napoli ha 6 punti in classifica, ma non è certo l’atteggiamento giusto. Questi sono i bollettini di Areanapoli.it.

Meret: 7. Non ha alcuna responsabilità per l’obiettivo. Si produce in pochi interventi che permettono al Napoli di non soccombere. Pronto e deciso.

Di Lorenzo: 5,5. Nel primo tempo si è fatto saltare in aria come uno spillo e sembrava in grande difficoltà come il resto della squadra. Molto meglio nella ripresa quando diventa un riferimento costante nelle manovre offensive che si sviluppano dalla sua parte.

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Maksimovic: 5,5. Morbido, disorientato, poco lucido nelle letture difensive con e senza palla. Nessun collegamento con Di Lorenzo, Koulibaly e con le mediane. Cresce anche nella ripresa, trovando affidabili alcuni brani discreti del suo repertorio.

Koulibaly: 5-. Che non è solo 4 per la grande stima e per un inizio di stagione davvero notevole. Stanchi: in fondo non si riposa mai. Prima parte del match da dimenticare: in campo un vecchio doppio di sé. Il giovane Kulenovic, classe 99, a volte lo umilia con partite al limite dello scontro sia nello stretto che in campo aperto. Le cose non migliorano nella ripresa: quando il Napoli rischia, si sente lo scricchiolio senegalese.

Mario Rui: 6-. Non abbastanza completo perché in occasione del gol di Rijeka ha lasciato troppo spazio a Muric. In difesa ci sono troppe difficoltà evidenti, ma l’attaccante è prezioso con i cross rialzati e taglienti di cui è capace come durante l’azione che porta all’1-2. Dall’80 ‘Ghoulam: 6. Una compiacenza che non è una faccia negli ultimi minuti, ma una speranza: il suo sinistro è davvero notevole, i tifosi sperano nella sua guarigione.

Demme: 7. Deve correre per se stesso e per Lobotka, a volte anche per altri compagni di squadra. E dà anche la sensazione di trovarsi nel vortice del caos. Infatti, è l’unico che cerca di tenere ferma la baracca nel primo tempo tra letture preventive e tiri generosi. Combatte come un leone e trova anche il modo per entrare in zona come in occasione del pareggio al termine dei primi 45 ‘: Mertens lo becca in zona piccola e imbuca con destrezza. Chiude la partita con una precisione del 95% in arrivo. Alla fine tocca anche la croce.

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Lobotka: 4. Un pesce fuori dall’acqua e dietro. Si limita al passaggio corto senza mai salire in verticale. Costringe anche Demme a correre per lui. Il Napoli ha speso 25 milioni per acquistarlo dal Celta Vigo: finora è senza dubbio un cattivo investimento. Dal 60 ‘Fabian: 6. Ci sono qualche pecca con palla tra i piedi, ma è lucido nella triangolazione che porta al cross di Mario Rui per il colpo di testa di Politano nell’azione 1-2.

Politano: 6. Al via si è sciolto come neve al sole: gli avversari saltano addosso a lui e Di Lorenzo con eccessiva nonchalance. All’ennesimo dribbling riceve un cartellino giallo per fallo flagrante. Preziose, invece, le sue raffiche offensive per tenere alto il Napoli. È lui che colpisce la testa e trova l’obiettivo di Rijeka che decide la partita. Dal 69 ‘Lozano: 6. Continua il lavoro del tuo partner assicurandoti ritiri difensivi. È troppo vicino per segnare.

Mertens: 6. Nel ruolo di trequartista, lontano dalla porta, soffre quando non arriva palla giocabile. E così è costretto a affrettarsi e sacrificarsi per la causa agendo più con un’ascia che con uno scalpello. Lucido alla fine del primo tempo quando mette la palla del pareggio ai piedi di Demme. Colpisce un legno su punizione, ma deve trovare freddezza davanti alla porta.

Diamante: 6. Di ritorno dal primo minuto dopo le assenze per il Covid-19. È ovvio che deve ritrovare la lucentezza e l’agilità dei tempi migliori. Tuttavia, è tra i pochi a tenere sotto controllo la difesa avversaria, anche quando tocca la porta. Devi aspettare, devi mettere benzina nel motore. Da 60 ‘Insignia: 6. Anche al piccolo trotto fa la differenza per la sua qualità. Con l’esperienza, si affida alla sua tecnica dribblando sulla clessidra per far passare il tempo più velocemente negli ultimi minuti.

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Petagna: 6. Non appariscente, ma fa comunque sentire la sua presenza in zona e in campo. Mette la sua stazza al servizio della squadra per recuperare i compagni e creare vuoti in area. E a volte riesce in entrambi gli obiettivi: prima con una torre, poi con l’ariete, antica arma d’assedio per aprire fortezze. Dall’80 ‘Zielinski All. Anche lui, come Elmas, ha bisogno di giocare per ritrovare se stesso. Era troppo vicino per segnare, il portiere salvava.

Gattuso: 6-. Inizialmente, la scelta di schierare Lobotka e Demme in un 4-2-3-1 leggero e sfilacciato non paga: complice la notte di orrore di quasi tutta la difesa, il Napoli soccombe ai colpi del Rijeka. Il sorteggio arriva da Demme, un vero maratoneta, capace di beneficiare dell’aiuto di Mertens. Nella ripresa piccoli cambi: i padroni di casa colpiscono il palo e rischiano di ritrovarsi di nuovo davanti. La superiorità del blues viene fuori solo quando i croati cadono drammaticamente. Solo il risultato finale è buono, ma la terza partita di Europa League lascia molti dubbi sull’approccio, la mentalità e la solidità e durata di certi concetti di gioco.

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