Scontro Spadafora-Ronaldo: tutto il contesto | Prima pagina

Domanda e risposta, scavare sui social network e aprire i microfoni. Quello tra il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e Cristiano Ronaldo è uno “scontro” – da lontano – che va avanti da giorni. Al centro della discussione l’accusa al portoghese di non aver rispettato il protocollo. Sì, ma quando? La sensazione era che il ministro si riferisse al comportamento di CR7 dopo la positività del Covid e il ritorno a Torino, ma lo stesso Spadafora ha poi spiegato che i suoi sospetti si riferivano quando l’attaccante ha lasciato l’Italia per entrare a far parte del ‘Squadra nazionale. .

FUORI DALLA BOLLA – Il suo intervento al Senato è chiaro: “I protocolli in vigore per la Serie A e le società sportive sono validi, ma l’importante è rispettarli”. Dietro queste parole, il sospetto che Ronaldo abbia violato la procedura stabilita (CHI Spadafora testi). Poi, puntando alla Juve: “Sono loro che hanno segnalato la rottura in isolamentoRiferendosi alle informazioni ricevute dall’ATS Torino dalla Juventus. Altro giro, altra ricerca. Ronaldo accusato di aver lasciato la “bolla” in cui i giocatori entravano alla vigilia di Juve-Napoli (poi mai più giocato perché gli azzurri non si facevano vedere) per unirsi ai compagni del Portogallo. Vi sono violazioni del codice penale (articolo 650, che punisce chiunque non si attenga a un provvedimento legalmente impartito dall’autorità per motivi di giustizia, pubblica sicurezza, ordine pubblico o igiene) e indagini della Procura di Torino (CHI tutti i dettagli). Ma arrivano anche le parole del presidente della Juventus, che in assemblea intervenne duramente sulla questione.

ARROGANZA – Quindi, a rispondere alle accuse, è proprio Cristiano Ronaldo, che oggi ha voluto rassicurare tutti sulle sue condizioni confermando che si trova effettivamente in una Instagram diretto, in cui ha risposto a Spadafora senza nemmeno nominarlo: “Un signore di cui non voglio fare il nome in Italia dice che non ho seguito il protocollo …”. Per di qua? Per niente. La palla va al ministro che non chiede risposta. E va giù duro: “La notorietà e l’abilità di alcuni giocatori non consente loro di essere arroganti, irrispettosi verso le istituzioni e di mentire”. Nessun senno di poi, anzi: il ministro conferma i sospetti nei confronti di Ronaldo e precisa di non voler andare all’infinito con questa domanda-risposta. Sarà soddisfatto?

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