Dal 2003, De Jong ha preparato una torta per una persona speciale circa trecento volte. Per vent’anni cucinare ha significato vivere con un padre depresso o una madre autistica. Ma anche vivere in una famiglia ospitante o in un centro per richiedenti asilo e crescere con tanti fratelli e sorelle o con gemelli identici.
Van Gelder non è solo la creatrice del programma per bambini, ne è anche produttrice e regista. “Volevo creare un posto che ogni bambino sogna, una specie di paradiso dello zucchero. Ma doveva anche essere un posto carino e sicuro dove condividere una storia personale da bambino. Anche se ha fatto qualcosa di brutto o si è pentito qualcosa.”
I bambini dimenticano l’ambiente attraverso l’artigianato e l’impasto
Le conversazioni che De Jong ha con i bambini sono molto sincere e trattano quasi sempre argomenti intensi. È quindi difficile per lo spettatore a casa immaginare che ci siano quattro o cinque membri della troupe intorno a lui. “Può essere travolgente per questi ragazzi”, afferma Van Gelder, che frequenta ancora il programma. “Ma non appena iniziano ad armeggiare e impastare, non si preoccupano più dell’ambiente”.
Molto precede la registrazione delle conversazioni. “Prima c’è un contatto con i genitori dei bambini, in modo che sia chiara l’intenzione del programma. Prima che inizino le registrazioni, sappiamo già di cosa parlerà la conversazione. I genitori devono dare la loro autorizzazione per questo”, spiega De Guelder. I genitori devono inoltre accettare di non essere presenti durante le registrazioni. “Un bambino dovrebbe essere in grado di parlare apertamente e liberamente. Non funziona se i genitori stanno guardando”.
“Torte di Abele non riguarda il fornaio, riguarda il bambino”
Quando Van Gelder stava cercando un presentatore per il programma vent’anni fa, ha parlato con vari fornai e un cioccolatiere. “Le torte di Abele Non si tratta del fornaio, si tratta del bambino. Ma ovviamente vuoi un presentatore con personalità. Quando ho parlato con Siemon, ho subito capito che era la persona giusta. Era il fornaio Abel. Aveva un certo talento e faceva le torte più pazze e più pazze.” De Jong aveva la sua pasticceria ad Amsterdam all’epoca.
Il programma è ancora molto popolare tra i telespettatori. Come spiega Van Gelder il successo di Le torte di Abele? “È sicuramente grazie a Siemon, che è ancora completamente se stesso. Ma i bambini sono altrettanto importanti”, afferma la mente dietro il programma. “I bambini devono essere in grado di portare avanti un intero episodio. Ecco perché ogni stagione cerchiamo partecipanti in grado di riflettere sulle cose e di esprimersi bene. Non tutti i bambini sono bravi narratori”.
I bambini si denunciano, ma vengono anche avvicinati
Molti bambini si iscrivono al programma da soli. Secondo Van Gelder, sono bambini di tutti i ceti sociali. “Ma non sempre hanno una bella storia. Ecco perché gli editori cercano attivamente partecipanti. Li troviamo nelle scuole con cui lavoriamo, ma stiamo anche cercando associazioni sportive e comunità religiose in tutto il paese. . “
Van Gelder non vuole scegliere un episodio preferito. “Alcuni mi hanno fatto ridere, altri mi hanno fatto piangere. Quello che trovo impressionante è che ci sono stati bambini che hanno utilizzato il programma per parlare ai compagni di classe di un certo problema della loro vita. Ad esempio, c’era un episodio su un bambino con un padre in carcere e uno su un padre che si è suicidato.Questi episodi sono stati mostrati nella classe dei bambini partecipanti, dopodiché l’insegnante ne ha parlato con i bambini.
Van Gelder non vuole dire troppo sul futuro del popolare programma giovanile. “È troppo presto per quello.” Il produttore e regista televisivo ha affermato che VPRO è disponibile a continuare il programma. “Ma è l’NPO che alla fine lo decide.” In ogni caso, diversi interessati si sono già segnalati a Van Gelder come il nuovo Bakker Abel.
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