Trump ha tagliato in diretta, il (facile) schiaffo della TV al presidente in difficoltà

Trump ha tagliato uno schiaffo televisivo (facile) in diretta al presidente in difficoltà

NEW YORK “Dobbiamo fermarci qui, perché il presidente ha appena pronunciato una serie di bugie, a cominciare dal fatto che c’è una frode diffusa ai seggi”. Censura di Lester Holt, presentatore del Nbc al discorso che Donald Trump stava ancora parlando dalla sala stampa della Casa Bianca, era il segnale che molti altri colleghi stavano aspettando per staccare il collegamento in diretta. A questo punto il file Cnn stava già sovrapponendo le immagini di Trump con le parole: “Trump dice di essere stato truffato, ma non c’è un solo elemento di prova a sostegno”. Il collegamento TV della Casa Bianca è caduto su ABC, CBS e MSNBC.

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Passaggio cruciale

È stato un passaggio cruciale nel rapporto tra le maggiori reti nazionali e il presidente: il sipario del silenzio ha coperto l’ultima parte di un discorso sconclusionato e sconclusionato. Una denuncia pubblica più che una denuncia, ma come tante altre che l’hanno preceduta con mezze ipotesi confuse con i fatti. Il muto dei microfoni era un “Stop!” collettivo pronunciato dai media dopo anni di resistenza. Ma detto proprio quando Trump è nei guai.

La rivolta era effettivamente nell’aria dallo scorso marzo, quando la CNN e la MSNBC hanno iniziato a dimezzare l’interminabile conferenza stampa pomeridiana per aggiornare l’epidemia di Covid 19, che Trump stava utilizzando Il più delle volte come fase elettorale. Dopo qualche puntata, i conduttori delle due reti avevano preso l’abitudine di chiudere in pochi minuti il ​​collegamento, dichiarando che quella in corso non era una conferenza stampa, ma un raduno.

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A ottobre è arrivata l’ascia social, che ha colpito la contorta vicenda del laptop di Hunter Biden abbandonato in un’officina, e la cui memoria digitale, secondo le accuse dell’avvocato Rudy Giuliani, di ottima sono emerse prove aziendali. corrotto come il figlio, e lo stesso Joe biden, porterebbe in Ucraina, Russia e Cina. Twitter ha pubblicato note informative sui testi lanciati da Trump e dai suoi collaboratori quando riteneva che non fossero supportati da prove.

Ha poi sospeso i profili di chi ha continuato a distribuirli, sulla base del divieto di accesso alle informazioni rubate dall’hacking elettronico. I repubblicani al congresso hanno cercato di paralizzare gli amministratori di Google, Facebook e Twitter, ma la rivolta era ora in pieno svolgimento, coinvolgendo sezioni sempre più ampie dei media nazionali. La notizia degli ultimi giorni è che il ramo si è esteso anche a Fox, tradizionale alleato di Trump. Un cambio di rotta difficile da interpretare visto il passato, ha portato i reporter serali Bret Baier e Martha McCallum e il corrispondente della Casa Bianca John Roberts a criticare con grande puntualità le dichiarazioni del presidente.

Fox è stata la prima e unica televisione fino ad oggi ad attribuire la vittoria a Biden nello stato dell’Arizona, che ha attirato aspre critiche dall’amministrazione Trump.
Il tono dei commenti cambia poi negli editoriali in prima serata della rete Murdoch, in cui le fedelissime falangi del presidente, Sean Hannity e Laura Ingraham, continuano a difendere tutto quello che dice, fino ad attaccare gli stessi. colleghi che nelle ore precedenti li hanno contraddetti. .

I protagonisti

Questa battaglia interna a Fox News è ancora più anormale se la confrontiamo con il silenzio con cui reagiscono i grandi protagonisti del Partito Repubblicano all’incertezza nata dal conteggio del ballottaggio presidenziale. Solo due voci – quella dei senatori Lindsay Graham e Ted Cruz, si sono finora espresse in difesa di Trump e nel sostenere l’idea che la frode si consuma leggendo le carte. C’è solo una condanna sui denti, e arriva dal solito Mitt Romney, già più volte critico nei confronti del presidente. Il leader del Senato Mitch McConnell, che è stato appena rieletto nonostante i sondaggi che lo hanno visto nei guai, tace.

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Ultimo aggiornamento: 08:30


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