La Consob ha concesso altri due giorni “per consentire agli azionisti di Ubi Banca di disporre di informazioni complete e corrette per un adeguato periodo di tempo”. Va ricordato che solo dieci giorni fa Intesa ha migliorato l’offerta mettendo 652 milioni in contanti sul piatto, portando così il premio complessivo al 44,7% e che solo pochi giorni la divulgazione di Ubi è stata modificata dopo i risultati sulla tabella relativa al “valore dell’azione Ubi Banca basato sull’offerta di Intesa Sanpaolo”. In pratica, ciascun azionista Ubi riceverà 1,7 azioni Intesa Sanpaolo per ciascuna azione consegnata agli oops e un corrispettivo in contanti pari a 0,57 euro (sempre per ogni azione).
Intesa, tuttavia, non vuole essere soddisfatto di superare il 50% delle adesioni, ma vuole andare oltre il 66,67%. Una quota che consentirà a Intesa di garantire il controllo dell’assemblea straordinaria e quindi procedere alla fusione con Ubi. Ma soprattutto potrà procedere con la vendita di una parte delle filiali Ubi – nella quota imposta dalla Consob – a Bper, un gruppo bancario controllato da Unipol. Altrimenti, una parte delle filiali dello stesso accordo sarà messa in vendita. L’offerta sarà ancora efficace con il 50% di abbonamenti più una quota del capitale di Ubi.
Come accade in questo tipo di operazione, i giochi sulle adesioni si chiuderanno all’ultimo minuto. L’offerta ha già ricevuto l’adesione di grandi azionisti come le Fondazioni CRC (5,9%) e Banca del Monte di Lombardia (3,9%), Cattolica (1%) e il patto parasociale di Brescia (8%) mentre quello di Bergamo gli azionisti hanno deciso di lasciare la libertà di scelta. Oltre ai grandi azionisti, Intesa Sanpaolo guarda con grande interesse proprio ai piccoli azionisti.
Se l’operazione avrà successo, nascerà un gruppo bancario che prevede un profitto di non meno di 5 miliardi di euro nel 2022. L’importo dei prestiti sarà di circa 460 miliardi di euro; i risparmi che gli italiani affideranno alla nuova banca supereranno il valore di 1,1 trilioni di euro, i ricavi saranno di 21 miliardi di euro. L’obiettivo di Cà de Sass è quello di “creare un grande gruppo in grado di rafforzare il sistema finanziario italiano e di svolgere il ruolo di leader nello scenario bancario europeo”, ha ripetutamente confermato il CEO del gruppo Carlo Messina.
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