Covid, servono nuove analisi per ricercare variante Delta – Biotech

Sono necessari nuovi criteri per l’analisi dei tamponi ad alta carica virale per poter identificare la variante Delta (la variante indiana secondo la vecchia terminologia): la chiamata a modificare quanto prima i criteri di screening arriva dal virologo Francesco Broccolo , de Università degli Studi di Milano Bicocca.

“Al momento non abbiamo un quadro preciso della circolazione di questa variante, a differenza di quanto sta accadendo in Gran Bretagna, dove è attivo un programma nazionale di sequenziamento”, ha detto all’ANSA il virologo.

L’attuale procedura consiste in un tampone e, in caso di esito positivo e con carica virale elevata, viene effettuato un secondo test, volto a verificare specificamente la presenza della variante Alpha, ovvero la variante inglese secondo la vecchia terminologia . “Era buono qualche mese fa, quando era un’eccezione trovare la variante Alpha, ma oggi – osserva Broccolo – la variante Alpha è presente nel 95% dei tamponi positivi”. Cioè “Alfa è ora il nuovo virus core”, che ha sostituito la versione più diffusa del virus SarsCoV2 fino a pochi mesi fa. Considerando che oltre alla variante Delta, i vaccini Beta (ex sudafricano) e Gamma (ex brasiliano) “sfuggono ai vaccini dopo la prima dose e in alcuni casi dopo la seconda”.

Difficile dire se, come accaduto in Gran Bretagna, anche in Italia, la variante Delta possa sostituire la variante Alpha, diventando dominante: la risposta, secondo Broccolo, dipende da molti fattori. Il primo è nella stessa campagna vaccinale perché i dati clinici sui vaccinati indicano che dopo la prima dose del vaccino AstraZeneca la copertura contro la variante Delta è del 33,5% contro il 51% per la variante Alpha e valori simili si riscontrano per Pfizer -BioNTech. vaccino. “Il richiamo offre una marcata differenza di protezione.

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In secondo luogo, “è richiesto lo screening su tamponi positivi ad alta carica prelevati da aeroporti, palestre, scuole e per eventi aperti a un gran numero di persone”.
Un altro elemento, evidente in Gran Bretagna, è che “la variante Delta si sta diffondendo molto tra i giovani, sia per la presenza di due mutazioni, chiamate 452 e 478, sia per le abitudini sociali dei giovani. “il contagio è molto alto , ma i numeri sono sotto controllo in termini di ricoveri e terapia intensiva”, osserva Broccolo. “Nel contempo – prosegue – gli adulti mantengono più attenzione, in genere la popolazione anziana è più attenta e già vaccinata con la seconda dose”.

Quanto all’Italia, per il virologo c’è da considerare che «quelli vaccinati con doppia dose sono il 25% e il 50% ha avuto solo la prima dose: questo significa che in estate il virus potrebbe trovare una via di accesso e che la situazione potrebbe essere più grave che in Gran Bretagna perché siamo ancora in ritardo nella campagna di vaccinazione”. C’è anche il rischio che durante l’estate viaggi e spostamenti possano favorire l’emergere di nuove varianti e “forzare lo sviluppo di un nuovo vaccino”. conclude, “è sempre molto importante continuare ad usare le mascherine, rispettare il distanziamento, disinfettarsi e lavarsi le mani”.

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