I Subsonica e l’ultimo concerto che non ha avuto luogo: gesto dispiaciuto ma necessario

“Non è stato facile per noi annunciare qualcosa che sapevamo non sarebbe successo. Ma ci sono momenti in cui è importante mostrare “la comunità” e oggi musicisti e club uniti come non mai hanno scelto di inviare un segnale importante “.

Così – con un post di scuse – Subsonica spiega il muro del silenzio messo in scena ieri sera per l’iniziativa #UltimoConcerto, che doveva essere un grande evento in streaming gratuito che coinvolgeva più di 130 locali italiani dal vivo e l’esibizione di tanti artisti che c’erano. Invece della musica, hanno portato nelle case di tanti che speravano di rivedere il loro artista preferito dopo un anno, anche se in video solo uno schermo nero e una scritta: “No concert. Questa è la realtà in cui viviamo oggi, che potrebbe essere anche il nostro domani ”.

I Subsonica

In Piemonte avevano aderito all’iniziativa 13 club, tra cui molti a Torino tra cui Hiroshima Mon Amour: avrebbe dovuto accogliere i Subsonica, cresciuti anche loro su questo palco. Così ieri alle 21 in orario, invece del live, è iniziato il video in cui la band si stava preparando per il concerto e poi niente. Un muro di silenzio. “Anche se oggi rimarrai deluso dall’attesa creata, ma il tuo ruolo in questa provocatoria forma di ‘comunicazione’ è stato il più importante di tutti – spiega il gruppo – Quindi da una parte ci scusiamo, dall’altra parte ti ringraziamo (tutti insieme) per esserci stati, ancora una volta “, prosegue la band simbolo di Torino anche in risposta a chi si è sentito ingannato dall’iniziativa promossa da Keepon, l’associazione dei club e dei festival italiani live, Assomusica, Arci e LiveDma.

Sono proprio i creatori che, in un comunicato stampa, rispondendo alle migliaia e migliaia di persone che da tutto il mondo si sono collegate per seguire gli artisti, hanno spiegato il motivo della scelta di spegnere nuovamente la musica. “Non è un brutto scherzo. Questo silenzio rappresenta la voce dei club viventi, ed è il nostro modo di sostenerli. Spazi che stentano a restare a galla e che attirano prospettive sempre più incerte. Luoghi che abbiamo attraversato e dove abbiamo incontrato molti di voi ”. Perché, spiegano, “un concerto senza musica non è un concerto. Un live club silenzioso non è un live club ”.

La famiglia Eugenio in via di Gioia

Ieri all’appuntamento in streaming per The Last Concert si sono registrate oltre 100.000 visualizzazioni in tutta Italia e tra tutti i live. “Abbiamo risolto il problema dell’inquinamento acustico”, ha commentato Eugenio Cesaro degli Eugenio in via di Gioia in programma all’Off Topic di Torino. Secondo i dati dei promotori della campagna, sono stati cancellati 15.000 concerti in 130 live club, più di 50 milioni di incassi persi e quindi una media di 332.491 per ogni singola realtà, metà dei quali potrebbe non riaprire. Oggi, la stessa campagna apre una nuova fase: costruire il futuro del “prossimo concerto”.

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