Il rimbalzo estivo è una vittoria di Pirro

Portafoglio Mondadori tramite Getty Images

L’Istat ha certificato che l’economia italiana ha fatto bene quest’estate, anche meglio delle previsioni, fotografando quello che tecnicamente viene definito “rimbalzo” con un + 16,1% tondo rispetto ai mesi primaverili, quelli in cui eravamo tutti chiusi a casa per essere chiusi. La notizia può ovviamente solo piacere. Per dirla in stile catalano, è sempre meglio che le cose vadano bene che male. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è stato entusiasta dei dati, sottolineando che ciò è dovuto anche alle scelte di politica economica del governo. Una linea sulla quale si è subito inserito il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che “ha parlato di un’iniezione di fiducia e di incoraggiamento per andare avanti”. Ci dispiace andare controcorrente ma dobbiamo stare un po ‘più attenti, poiché la ripresa delle attività produttive di quest’estate rischia di essere una classica vittoria di Pirro per l’economia italiana. Per due tipi di motivi, collegati tra loro.

Prima di tutto, dobbiamo ricordare che in economia, così come nella vita di tutti noi, ciò che conta davvero è più il futuro che il passato. Ebbene le stime del PIL per il quarto trimestre sono tutt’altro che positive, c’è il rischio di crescita zero come regalo di Natale sotto l’albero genealogico italiano. La Confesercenti – non a caso un’associazione che rappresenta una delle categorie più colpite dall’irrigidimento di domenica e ancor di più dai presunti serramenti futuri – fornisce dati precisi. “Il rimbalzo estivo al di sopra delle attese risente subito delle difficoltà del quarto trimestre – nota la presidente Patrizia De Luise -. Secondo le nostre stime, la seconda ondata e le restrizioni imposte alle aziende bruceranno altri 10 miliardi di dollari di consumi ”. Confindustria lo ha poi confermato. Secondo il suo centro ricerche, la produzione industriale ha registrato il suo primo arresto a settembre, dopo quattro mesi di forte crescita. E nonostante nel terzo trimestre ci sia un rimbalzo dal secondo, “il quarto potrebbe segnare un ulteriore calo dell’attività”. L’incendio estivo quindi non solo è scomparso, ma ha già lasciato il posto a una gelata fiorente. Tant’è che lo stesso ministro Gualtieri ha dovuto ammetterlo, sperando però che il calo, i cui effetti si faranno sentire anche per il prossimo inverno, non sia troppo pesante per il Pil. “Se nelle prossime settimane si dovessero adottare misure più drastiche per contenere l’epidemia (leggi blocchi locali o nazionali, ed), partiremmo comunque da una posizione di comprovata solidità. La crescita del PIL nel 2021 potrebbe essere inferiore alle attese nel quadro programmatico di Nadef (6%, ed), ma il recupero sarebbe solo differito e non messo in discussione “.

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Qui, tuttavia, arriviamo al secondo motivo per cui non dovremmo fare troppi voli fantasiosi. Il rimbalzo estivo è infatti soprattutto il risultato di tre mesi durante i quali fabbriche, uffici, attività commerciali, bar, ristoranti, hotel, tour operator, ecc. riaperto e ha funzionato sostanzialmente a pieno regime, quasi come se Covid fosse stato completamente sradicato. Basti ricordare che a un certo punto quest’estate alcune regioni hanno addirittura permesso la riapertura delle discoteche, per costringere il governo a intervenire rapidamente e per chiuderle altrettanto rapidamente. Ebbene, questa vitalità dell’economia, questa voglia di ricominciare come prima, se nel breve periodo questo ha portato a un’impennata del PIL – + 16,1% appunto – nel medio termine possiamo piuttosto dire di sì più male che bene. Perché ha contribuito a risvegliare il virus, che è rimasto attivo per tutta l’estate prima di esplodere in modo esponenziale questo autunno, come dimostrano entrambi gli studi dal fisico Roberto Battiston rispetto all’ultimo rapporto della Iss commentato da Rezza e Brusaferro. Ed eccoci al circolo vizioso tra riapertura e bloccaggio, ovvero l’alternativa diabolica tra salute ed economia: riavviare i motori a pieno regime porta purtroppo anche alla ripresa del contagio e quindi, in pochi mesi, alla necessità di una nuova serratura. , locale o nazionale, e di conseguenza a un ulteriore arresto della crescita. Con la sensazione che, almeno fino a quando la maggioranza della popolazione non sarà vaccinata (e quindi non fino all’autunno del 2021), l’andamento economico assomiglierà più a queste classifiche che all’Istituto Nazionale di Geofisica e della vulcanologia si diffonderà dopo un terremoto: schizza su e giù senza soluzione di continuità. Comunque, prepariamoci per le montagne russe. E quindi nessuna euforia per un quarto particolarmente buono, né depressione per il successivo che torna a zero, o addirittura al di sotto.

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