Santo Stefano, l'isola della quarantena e la rivolta dei turisti: "Rapimento"

Santo Stefano, l’isola della quarantena e la rivolta dei turisti: “Rapimento”

Santo Stefano, l'isola della quarantena e della rivolta dei turisti:

Un’altra notte blindataIsola di Santo Stefano. C’è il “pericolo” di trascorrere altre 24 ore in un Resort a cinque stelle in una delle perle dell’arcipelago della Maddalena in Sardegnae cosa succede? Scoppia la rivolta: “Rapimento”, dicono alcuni vacanzieri. Ovviamente il motivo per cui i vacanzieri sono costretti a rimanere confinati in uno dei luoghi più belli del Mediterraneo è di natura salutare, legata al Coronavirus dopo che un dipendente della struttura è risultato positivo. Dall’esito dei primi tamponi processati ieri sera: 75 persone su 475 sarebbero emerse le prime infezioni. Non è un numero allarmante, anzi. Tuttavia, si sarebbe verificato un minimo di trasmissione del virus, all’interno della struttura. Questa mattina sarà terminato il lavoro sui test, così da avere un quadro definitivo.

Covid, paura in Sardegna: giovani in fuga senza controlli

Il testimone: «Prima le parti a rischio a Ibiza, poi sono venute a contagiarci». Accuse nel gruppo romano

Musicista, è un pianista romano di 60 anni, che lavora nella struttura, domenica è risultato positivo al Covid-19. L’ipotesi è che possa aver infettato qualcuno. Dunque turisti e lavoratori non possono “scappare” da Santo Stefano, se qualcuno avesse contratto il virus ci potrebbe essere il pericolo di un ulteriore contagio. Inoltre i turisti possono muoversi liberamente all’interno dell’isola, con l’obbligo di indossare una maschera.

Tuttavia, non tutte le 475 persone, inclusi turisti e personale, si lamentano. Ma una minoranza. Qualche avvocato in vacanza tra gli ombrelloni gridando al rapimento. Qualcuno sarebbe anche scappato. La notizia diffusa ieri non ha trovato riscontro.

READ  L'Italia ratifica l'adesione alla NATO di Finlandia e Svezia

Oggi, con ogni probabilità, i risultati dei tamponi restituiranno la libertà a tutti. La speranza, infatti, è che il pianista, vista la tipologia di lavoro che svolge, non sia entrato in contatto con troppe persone. Come è potuto accadere, però, per un cameriere. Nel frattempo, però, l’Unità di crisi del Nord Sardegna guidata da Marcello Acciaro sta lavorando duramente e ora deve raccogliere anche le “accuse”, solo sommariamente accennate, di sequestro di persona.

Il contagio

La storia inizia domenica. Un dipendente della struttura è malato. È un pianista romano di 60 anni. Qualcosa è sbagliato. È lo stesso 60enne a capire che forse si tratta di coronavirus. I sintomi, invece, ci sono tutti: febbre, brividi, tosse, improvvisa perdita dell’olfatto e del gusto.
Inoltre è lo stesso medico del Resort ad essere convinto che possa effettivamente trattarsi di Covid-19. L’intervento sarebbe stato tempestivo. L’uomo viene subito isolato in una stanza mentre il medico allerta l’unità di crisi del servizio sanitario regionale del nord Sardegna.

Una squadra di esperti è stata immediatamente inviata sull’isola. Un’equipe sanitaria raggiunge Santo Stefano. Nel frattempo, il musicista viene trasportato sano e salvo all’ospedale di Sassari. Gli vengono poste tutta una serie di domande, fondamentali per ricostruire le persone con cui è entrato in contatto. Turisti e dipendenti della struttura sono invece sottoposti ad una visita che culmina con il tampone. Quindi si impone l’obbligo di indossare una maschera e di muoversi il meno possibile all’interno del Resort. E infine la decisione di non far uscire nessuno ed entrare nell’isola fino ai risultati dei tamponi che dovrebbero arrivare oggi. Ogni nuova decisione verrà presa in base al risultato dei 475 test.

READ  Più app AI per privacy sotto controllo in Italia

Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di La Maddalena, Luca Carlo Montella: «Invito turisti e dipendenti a pazientare per un altro giorno. Sono in gioco la sicurezza in generale e anche la tranquillità dei vacanzieri ».

Ultimo aggiornamento: 01:19


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *