qualcosa si sta muovendo, ma deve andare più veloce

qualcosa si sta muovendo, ma deve andare più veloce

In più di 100 città della Francia, l’acqua non scorre più dal rubinetto. La siccità estrema in tutto il mondo sta cominciando a farsi sentire. Anche in Belgio la falda freatica sta calando drasticamente. I fiumi si stanno gradualmente prosciugando, la siccità non perdona l’agricoltura e il rischio di incendi boschivi è alto. Sarà questa la nuova normalità o finalmente ci stiamo attivando?

Oggi, la siccità è una delle maggiori minacce allo sviluppo sostenibile. Le Nazioni Unite riferiscono che ben 2,3 miliardi di persone vivono in paesi con scarsità d’acqua, di cui 733 milioni in paesi con carenze idriche elevate e critiche. Entro il 2050, la popolazione mondiale aumenterà di 1,5 miliardi di persone. Ci sarà quindi ancora meno acqua disponibile per abitante.

Biosfera sana

Nel 2016 lo Stockholm Resilience Center – rinomato centro di ricerca sulla resilienza socio-ambientale – ha lanciato un nuovo modo di affrontare gli aspetti economici, sociali e ambientali degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG): tutti gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono direttamente o indirettamente collegati a la biosfera. I quattro elementi di questa biosfera costituiscono le fondamenta della nostra società e della nostra economia: acqua pulita e servizi igienico-sanitari (SDG6), azione per il clima (SDG13), vita nell’acqua (SDG14) e vita sulla terra (SDG15).

Una politica ambiziosa in materia di acqua e siccità è essenziale per creare una biosfera forte e sana. Con il Blue Deal, il ministro dell’Ambiente fiammingo Zuhal Demir (N-VA) sta cercando di indirizzare la politica idrica in un’altra direzione, nonostante i numerosi colli di bottiglia e le risorse limitate.

accelerare

Qualcosa si sta già muovendo, ma deve andare più veloce e tutti salgono a bordo.

Secondo lo Spatial Report Flanders, 5 ettari sono ancora pavimentati ogni giorno, nella regione più asfaltata d’Europa. Non è più possibile aggiungere superfici pavimentate fino al 2040. Questo indurimento assicura che la preziosa acqua piovana scompaia immediatamente nel mare.

Negli anni ’50 avevamo ancora 244.000 ettari di zone umide nelle Fiandre. Ora ne abbiamo prosciugato il 75%, secondo uno studio dell’Istituto per la natura e le foreste e l’Università di Anversa. Il governo fiammingo è impegnato nel rilancio, ma anche qui bisogna farlo molto più velocemente. Le zone umide agiscono come una spugna: tamponano l’acqua e la rilasciano durante i periodi di siccità. Il Blue Deal prevede solo un recupero di 1.600 acri, meno dell’1% di ciò che era 70 anni fa e una frazione di ciò che è necessario.

Anche la regolazione e il controllo dei pozzi devono essere ripensati. Da un lato, secondo la ricerca scientifica, sono quasi quattro volte più di quanto ufficialmente indicato. D’altra parte, ci si può chiedere perché solo all’agricoltura è vietato pompare in tempi di siccità.

Anche la riparazione delle perdite dei tubi dell’acqua potabile potrebbe essere più veloce. Nel 2018 sono stati persi ogni giorno 167 milioni (!) di litri di preziosa acqua potabile. Oggi sarebbero 147 milioni al giorno. Progressi, ma ancora una perdita enorme.

Inoltre, deve essere fortemente stimolata la promozione di alternative vegetali e sostituti della carne. Oggi, il Centro fiammingo di marketing per l’agricoltura e la pesca (VLAM) dedica ancora più della metà del suo budget alla promozione dei prodotti animali, sebbene sia noto da anni che l’impatto dell’agricoltura sulle risorse idriche è enorme.

Decine di wadi sono già stati (letto asciutto in una zona residenziale destinata alla raccolta dell’acqua, ndr.) sviluppato, soprattutto nei centri cittadini. Il Blue Deal prevedeva centinaia di wadi, ma l’idrologo Patrick Willems ha chiarito che in realtà ne avevamo bisogno di centinaia di migliaia. Perché non offrire ricompense wadi ai cittadini con un grande giardino o alle aziende che ne hanno uno spazio?

inerzia

Per molto tempo non abbiamo collegato la siccità solo a paesi come il Mali o l’Etiopia. Eppure oggi viviamo ancora con l’idea che l’acqua potabile qui scorrerà sempre, ovviamente, dal rubinetto. È questa l’evidenza che ci rende inerti ad agire concretamente, che ci fa continuare a indurirci ancora oggi e che continuiamo a tirare lo sciacquone con l’acqua potabile?

In Fino al punto Alla domanda sullo stato delle nostre forniture di acqua (potabile), secondo il ministro Demir, la situazione è “grave, ma non precaria”. Che cosa state aspettando? Fino a quando, come in alcuni paesi francesi, abbiamo dovuto consegnare acqua potabile con autocisterne? Il pedale dell’acceleratore Blue Deal deve essere premuto a fondo oggi per evitare situazioni precarie domani.

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