Dpcm, Conte: i sindaci possono chiudere i posti. Insegnamento faccia a faccia – Politica

Chiusure temporanee, una sorta di “coprifuoco” deciso dai sindaci, nelle piazze e nelle strade dopo le 21 a fronte di ogni rischio di raccolta, formazione a distanza solo in situazioni critiche ed eventuali ritardi pomeridiani per le classi. Si tratta di un decreto anti-vita notturna che tutela chi rispetta le regole quelle redatte a più mani dal governo, seduto per quasi tre giorni al tavolo delle trattative con le regioni e gli enti locali. Ma “la strategia non è e non può essere la stessa della primavera”, assicura il premier Giuseppe Conte, che avverte: “il governo c’è ma tutti devono fare la loro parte”. E questo è solo l’inizio di un piano più ampio. Il presidente è consapevole “che ci sono ancora diversi problemi critici: produciamo 160.000 tamponi al giorno – dice – ma non possiamo certo tollerare le linee orarie”. Le misure del nuovo dpcm su Covid saranno valide fino al 13 novembre. Può essere letto nella versione finale del testo, pubblicata sul sito web del governo. Le regole entrano in vigore oggi, 19 ottobre. Fanno eccezione le regole che rafforzano l’apprendimento a distanza e l’orario scaglionato nelle scuole superiori, consentendo doppi turni e stabilendo l’ingresso a scuola per gli studenti delle scuole superiori non prima delle 9: questa disposizione si applicherà dal Mercoledì 21 ottobre. Per l’ASL c’è l’obbligo di segnalare il contagio sulla domanda Immune

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Il nuovo pacchetto di misure coinvolge soprattutto bar e ristoranti che chiuderanno a mezzanotte, ma potrebbero essere oggetto di misure volte a limitare in modo mirato i luoghi più esposti al rischio di sovraffollamento: in questi casi, la chiusura anticipata alle 21 potrebbe quindi essere applicata – a seconda del provvedimento – da parte dei sindaci stessi – anche su intere strade. Sindaci, invece, che non ci sono e passano la mano al governo: “Sarebbe un coprifuoco sulle nostre spalle. L’esecutivo si assume le sue responsabilità”. In ogni caso, dalle ore 18, sarà possibile mangiare solo a tavola, che comunque dovrà ospitare un massimo di sei persone. E all’esterno dei locali deve essere indicato il numero massimo di clienti ammessi all’interno. È proprio su questi ultimi punti che è rimasto fermo l’accordo tra Governo e Regioni, che chiedeva di non penalizzare ulteriormente i settori già colpiti dalla serrata (4 miliardi previsti per il ristoro, ma più di ” “ pioggia ”).

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L’opera di mediatore porta la firma del ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, alle prese con il filo sottile del dialogo lungo la catena dei vertici stabiliti: “sono proposte che vanno nella nostra stessa direzione – spiega Boccia -. Chi convive con le complessità, i giornali dei territori meritano il massimo ascolto ”. Parole che bloccano la comprensione. Palestre aperte, come volevano i governatori, ma con riserva: dopo uno stallo tra i ministri dello Sport e della Salute, Spadafora e Speranza, – la seconda era di chiuderle – le strutture attualmente impiegano una settimana as ” adattarsi rigorosamente ai protocolli. Restano banditi gli sport di contatto a livello amatoriale, come il calcetto e il basket, con uno stop anche alle associazioni e alle scuole per bambini e adolescenti interessati. Il calcio amatoriale resta attivo fino alla prima categoria.

Sul fronte del rilievo trasporto locale, l’unica soluzione che soddisfa tutti – Dirigenti e Regioni – è aumentare la quota di persone nello smartworking dal 50 al 75%. Non ci sarà alcuna riduzione del livello di riempimento dei veicoli, ma l’adozione di misure di controllo più importanti sulle piattaforme della metropolitana per facilitare i flussi verso l’alto e verso il basso. “Aerei, battelli, autobus, treni a lunga e breve percorrenza hanno contribuito per lo 0,1% al contagio”, ha detto il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, che – oltre ai 1.600 autobus turistici in circolazione – dice di essere “disponibile a migliorare il sistema”.

Cambia anche il calendario ore scolastiche: altre sconcertanti, anche con possibili turni pomeridiani e ingresso non prima delle 9, mirano a limitare il rischio di caos nelle ore di punta, ma c’è il “ nì ” del Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina su richiesta urgente delle Regioni di rafforzare la formazione a distanza – tanto che negli ultimi mesi è diventata regola per il quarto e quinto anno di scuola superiore – e di indicarlo in uno standard nel prossimo Dpcm. “La scuola frequentata è fondamentale per tutti – ricorda il ministro – dal più giovane all’ultimo anno del secondo”.

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L’utilizzo costante di forme flessibili nell’organizzazione delle attività didattiche, compresi i corsi a distanza, sarà possibile << previa comunicazione al Ministero dell'Istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie di situazioni di criticità e di rischio particolari riferiti a contesti territoriali ”, si legge nel progetto Dpcm. Torniamo indietro di mesi sul fronte degli eventi: festival e fiere saranno sospesi, ma saranno consentiti eventi nazionali e internazionali. Ma il virus avanza e tutti sanno che le misure potrebbero rivelarsi più provvisorie del previsto, per essere presto superate da altri decreti. “Ci sono continue evoluzioni - spiega il ministro Boccia - Consideriamo questo metodo di confronto tra di noi come un appello permanente e interverremo in tempo reale ogni volta che sarà necessario e se sorgeranno criticità”.

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