Ha insegnato alla Sicilia a parlare di mafia

Ha insegnato alla Sicilia a parlare di mafia

Ha insegnato alla Sicilia a parlare di mafia

Palermo, 1982: in un vicolo, un bambino punta la pistola contro un bersaglio fuori campo. Questa è una fotografia della fotografa siciliana Letizia Battaglia, diventata famosa nel mondo per le sue fotografie di sanguinosi insediamenti mafiosi in Sicilia negli anni ’70 e ’80.

Battaglia è morta mercoledì sera, all’età di 87 anni, a Palermo. Era malata da diversi anni. Dopo la sua morte, molti attivisti antimafia hanno evidenziato sui social media italiani cosa intendesse sensibilizzare sulla mafia. Le potenti immagini di Battaglia hanno acceso un dibattito sulla violenza mafiosa, rendendola un importante contributo alla resistenza alla criminalità organizzata.

La famosa scrittrice e giornalista tedesca Petra Reski l’ha incontrata nel 1989, durante la sua prima visita a Palermo. Battaglia aveva già abbandonato la fotografia per la stampa ed era attivo nella politica locale. Durante un viaggio con la sua auto di servizio, non ha voluto parlare delle sue famose foto; ha elencato politici e mafiosi che avevano legami tra loro, in modo che i tedeschi potessero parlarne sulla stampa estera. Questo viaggio su strada ha avuto un impatto: Petra Reski ha continuato a scrivere diversi libri sulla criminalità organizzata in Italia.

“Durante quella corsa, era anche al telefono senza sosta”, ha ricordato Reski. “Lo aveva già, nel 1989. E l’ho sentita prima che se ne andasse a tutti ‘Amami’ chiamare. Non avevo idea se fosse al telefono con il suo amante, il giardiniere o un attivista antimafia. Letizia Battaglia era un pezzo di fidanzamento.

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