I porti e le navi irlandesi cambiano dopo la Brexit

Prima della sua uscita dall’Unione Europea, il Regno Unito era il più grande partner commerciale europeo dell’Irlanda, che lo usava come a “Land bridge” per i suoi scambi all’interno dell’Unione Europea. Con i controlli doganali e i costi introdotti tra i paesi dell’UE e il Regno Unito dopo la Brexit, le cose sono cambiamento: l’Irlanda commercia sempre più direttamente con i paesi europei del continente, senza e vai nel Regno Unito.

Lo sviluppo del commercio marittimo irlandese è percepito soprattutto da alcuni I dati: Da gennaio 2021 – data in cui il Regno Unito ha completato la sua uscita dall’Unione – ad oggi, il tonnellaggio totale del porto di Dublino è diminuito del 3,3%, con una trasformazione abbastanza significativa in direzione delle esportazioni. Le merci trasportate dall’Irlanda ai porti inglesi (in particolare Liverpool, Holyhead e Heysham) sono diminuite del 21,2%, mentre quelle trasportate ai porti europei (in particolare Rotterdam, Zeebrugge, Anversa e Cherbourg).

Prima della Brexit, quasi i due terzi delle esportazioni irlandesi andavano nel Regno Unito: ora sono divise a metà strada tra il Regno Unito e l’Europa continentale, dove si prevede che il traffico cresca ulteriormente.

La crescita del commercio marittimo diretto con i Paesi europei senza transito terrestre verso il Regno Unito ha portato l’Irlanda a cambiare anche la tipologia di navi adibite al trasporto delle merci: prima della Brexit utilizzava principalmente il cosiddetto Navi RO-RO (dato roll-on, rotolare), ossia quelli sui quali sono montati carri, autocarri e altri veicoli gommati carichi di merci che, una volta giunte a destinazione, scendono e trasportano i carichi. Prima della Brexit erano utili perché permettevano l’attraversamento del “land bridge” inglese in un tempo abbastanza breve (circa 15 ore viaggiare) prima di raggiungere il continente europeo.

READ  Urgente fino a marzo: il governo lancia la proroga (e complica Draghi al Colle)

Ora, con i controlli doganali sul suolo inglese, conviene che l’Irlanda “aggiri” il Regno Unito e raggiunga direttamente il continente europeo, ma con un viaggio più lungo, e solo via mare, di circa 24 ore. L’Irlanda ha quindi iniziato a utilizzare sempre più navi “LO-LO” (da aumentare, decollo), ovvero quelli con gru a bordo, che caricano e scaricano merci nei porti di arrivo e di partenza in modo autonomo, senza bisogno di automezzi.

Venga Egli ha detto Al Tempo finanziario Eamon O’Reilly, uno dei gestori del porto di Dublino, tenendo conto anche delle maggiori distanze da percorrere una volta arrivate nei paesi europei, le navi LO-LO sono più economiche e molto più semplici: da gennaio a settembre da quest’anno il loro utilizzo è aumentato del 14% (e, seppur in diminuzione, anche l’utilizzo di navi RO-RO eppure si è mosso al continente europeo).

Per adeguarsi a questi cambiamenti, anche l’Irlanda sta modificando e rafforzando i suoi porti: investirà 1,6 miliardi di euro in un piano di estensione trentennale del porto di Dublino, che amplierà, tra l’altro, il terminal a LO-LO, che per il momento è insufficiente rispetto alle esigenze. Irlanda ad ottobre anche aperto un nuovo terminal a Dunkerque, in Francia, come destinazione principale di una nuova rotta che partirà non dal porto di Dublino ma dal porto di Rosslare, che si trova più a sud e quindi ha un accesso più rapido al continente europeo.

– Leggi anche: Le conseguenze della Brexit, finora

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *