Il governo convoca il Cts, Boccia: “Stop possibile in alcuni territori”. Racconto: “Insegnare in presenza di rischio”

Non escludiamo “la necessità di una chiusura di una, due o tre settimane in alcune regioni, perché l’indice Rt non è lo stesso ovunque”. Lo ha detto il ministro degli Affari regionali e delle autonomie: Francesco ciotola parlando dell’emergenza Covid.

Il governo, che ha convocato d’urgenza alle ore 18 il Comitato tecnico scientifico (CTS), si prepara intanto a promuovere chiusure mirate nell’area, d’intesa con sindaci e governatori. Ma sta anche lavorando a un nuovo dpcm che conterrà disposizioni più severe. L’insegnamento in frequenza è a rischio. Tuttavia, il blocco completo è visto solo come una soluzione estrema.

Lo conferma il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, impegnato in un nuovo vertice iniziato all’età di 13 anni con i capi delegazione dei partiti di maggioranza, il ministro degli Affari regionali Boccia, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo fraccaro e alcuni membri del Comitato Tecnico Scientifico.

“Lo scoppio dei contagi – ha detto Conte, ospite del festival La carta – c’è anche il rischio di minare l’insegnamento faccia a faccia a scuola, ma non è questo il nostro obiettivo, vogliamo difendere, si spera fino alla fine, l’insegnamento faccia a faccia ” .

Conte: “Vediamo se dobbiamo intervenire ancora con misure più restrittive”


Il Presidente del Consiglio ha poi annunciato di aver chiesto ai Presidenti di Camera e Senato “di trovare uno strumento, un luogo per trattare velocemente con il Parlamento. Quindi non solo le forze della maggioranza ma anche le forze dell’opposizione. prendere decisioni rapide “. Una proposta, quella del tavolo di discussione, effettivamente lanciata dal Pd, come sottolineato da a l’ospite di Sky TG24 l’assistente segretario Andrea Orlando: “Dobbiamo ora passare dal metodo alla sostanza, ci deve essere la volontà da parte del governo e della maggioranza di mettere in discussione le misure se ci sono proposte convincenti dell’opposizione”. Ma, ha sottolineato, “l’opposizione deve cambiare tono, se vogliamo rendere questo metodo costruttivo, parlare di dittatura sanitaria e antieuropeismo in una manifestazione non ci farà progredire”.

“Sono ore di riflessione europea, in altri Paesi ci sono situazioni peggiori, è necessario capire se è necessario anticipare certi movimenti” in vista “di un dpcm che sarà più restrittivo, non certo ammorbidente”, un ha spiegato il ministro degli Affari esteri. E il capo del ministero dell’Interno, al centro in quei giorni di a scontro appassionato con Matteo Salvini sui decreti sicurezza, ha chiarito: “Il blocco è l’ultima risorsa”.

Anche per il capo della Farnesina è “naturale” in questa crisi tenere “aperta la cabina di regia anche con l’opposizione”. Ma ha poi aggiunto: “Non credo che anche coinvolgendo l’opposizione, saremo in grado di fermare questo partito di minoranza che sta facendo proteste violente. Capisco le proteste, ma due terzi dei paesi europei perché è una misura che serve ad interrompere la circolazione del virus “.

Riguardo alle proteste di piazza dei giorni scorsi, Lamorgese ha osservato che “non esiste un’unica leadership, non ci sono prove di un’unica strategia in tutto il Paese”. Sul tema, Conte ha aggiunto: “C’è rabbia tra i cittadini, ma molti giocano secondo le regole”.

Di Maio ha poi escluso la possibilità di “aprire una crisi di governo” per arrivare a un esecutivo di unità nazionale “al centro di una curva di contagio” che continua a salire. “Nella seconda ondata l’Italia deve essere consapevole che è più micidiale della prima” e per questo “abbiamo bisogno di un governo legittimo che possa prendere decisioni in fretta”. E ha giustificato l’uso di Dpcm in situazioni di emergenza: “Senza Dpcm, qualsiasi altro strumento avrebbe bisogno di diversi giorni per essere operativo”.

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