Lunedì, il presidente del Perù Martín Vizcarra è stato rimosso dal suo incarico con il voto finale del Parlamento nel secondo processo di impeachment avviato nei suoi ultimi mesi. 105 dei 130 deputati dell’unica camera del parlamento peruviano hanno votato per la sua impeachment e Vizcarra, in un discorso televisivo trasmesso lunedì sera, ha affermato che per evitare una crisi costituzionale non si sarebbe opposto alla decisione. In attesa delle elezioni previste per il prossimo aprile, la carica di Presidente sarà esercitata dal Presidente del Parlamento, l’imprenditore Manuel Merino, opponendosi a Vizcarra.
L’impeachment di Vizcarra, secondo i giornali internazionali, è stata una grande sorpresa in Perù: a fine settembre, una prima procedura di impeachment avviata dall’opposizione si è conclusa con solo 32 voti a favore della rimozione di Vizcarrae abbiamo pensato che sarebbe finita allo stesso modo. Dopo la notizia del voto, a Lima sono iniziate proteste spontanee a favore di Vizcarra, che secondo i suoi sostenitori è stato rimosso dall’incarico per contrastare i suoi tentativi di riforma del sistema giudiziario e i suoi sforzi contro la corruzione nel Paese.
Vizcarra, un centrista, era diventato presidente nel 2018, succedendo a Pedro Pablo Kuczynski, che si era improvvisamente dimesso dopo essere stato accusato di corruzione (e che ora è in carcere in attesa di processo). Il mandato di Vizcarra è stato subito segnato da scontri con il Parlamento, dove l’opposizione è maggioritaria e che Vizcarra aveva accusato di favorire “caos e disordine”.
A settembre, l’opposizione ha accusato Vizcarra di aver tentato di ostacolare un’indagine sulla corruzione nei suoi confronti, avviando il primo procedimento di impeachment contro di lui. La seconda, quella conclusasi lunedì, è iniziata dopo che alcuni giornali avevano accusato Vizcarra di aver accettato tangenti per un valore equivalente a circa mezzo milione di euro mentre era governatore del la regione di Moquegua. Le accuse sono state respinte da Vizcarra e non sono state provate in tribunale, ma erano abbastanza forti da convincere il Parlamento.
Vizcarra aveva accusato l’opposizione di usare l’accusa in modo anormale: non come la costituzione richiede per i casi di malattia mentale del presidente, ma per ragioni politiche. In un discorso dopo il voto di lunedì, Vizcarra ha ribadito di non condividere le conclusioni raggiunte dal Parlamento, ma ha affermato di non voler opporsi alla decisione: “Questa sarà storia e il popolo peruviano a giudicarci “. Secondo un sondaggio dello scorso ottobre, solo il 20% dei peruviani era convinto di accuse di corruzione a Vizcarra, che però, in base alle leggi peruviane, non potrà candidarsi per un nuovo mandato alle prossime elezioni.
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