La Colombia legalizza l’aborto fino a 24 settimane

La Corte Suprema della Colombia lunedì ha revocato la criminalizzazione dell’aborto. Lo riporta l’agenzia di stampa Reuters. Cinque dei nove giudici hanno stabilito che le donne incinte di meno di 24 settimane non sono più punibili se scelgono un aborto.

Una legge del 2006 autorizza l’aborto senza limiti di tempo in caso di gravidanza a seguito di stupro, malformazione fetale fatale o quando la salute della gestante è in pericolo. Con la sentenza della Corte Suprema, ora anche le donne possono abortire senza specificare nessuna delle tre condizioni, a condizione che non siano in stato di gravidanza da più di 24 settimane.

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I giudici hanno inoltre chiesto al congresso e al parlamento della Colombia di elaborare politiche per aiutare con l’adozione e rendere più accessibile la cura dell’aborto. Gli attivisti dell’aborto affermano che il 90% degli aborti in Colombia sono clandestini, cioè fuori dalla legge e fuori dalla vista dei medici, con conseguenze negative per la salute della donna incinta.

Con questa decisione, la Colombia entra a far parte dell’elenco dei paesi dell’America Latina che hanno recentemente liberalizzato l’accesso all’aborto. Ad esempio, la scorsa settimana il parlamento ecuadoriano ha approvato l’accesso all’aborto in caso di gravidanza a seguito di stupro. L’anno scorso, la Corte Suprema del Messico ha annullato la criminalità dell’aborto. Gabriel Boric, il presidente eletto del Cile, si è impegnato durante la sua campagna elettorale a rendere l’accesso all’aborto totalmente gratuito e legale.

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