L’incredibile storia dei fossili trovati su Marte

In internet si parla di organismi fossili trovati su Marte, si parla di microcreature extraterrestri riesumate e si parla ora di evidenti tracce di vita sul pianeta rosso. Certo questo è un errore, tutto è sbagliato, ma il motivo non è solo il banale complotto e la voglia di trovare gli alieni ad ogni costo; il motivo è molto più complesso e comprensibile di quanto si possa pensare.

Il punto è che ci sono alcuni processi chimici molto particolari che possono creare segni ingannevoli che per noi umani assomiglieranno chiaramente a forme di vita. Per questo bisogna trovare un modo per distinguerli e, a questo proposito, i ricercatori Sean McMahon e Julie Cosmidis dell’Università di Edimburgo stanno lavorando a un metodo.

illustrazione di una vista obliqua del gigantesco sistema di canyon delle valli marineris su marte le valli marineris sono lunghe oltre 3.000 chilometri e profonde fino a 8 chilometri, eclissando il grand canyon dell'arizona, stati uniti i canyon sono stati formati da una combinazione di faglie geologiche , frane, erosione eolica e antiche colate d'acqua, la visuale è orientata verso ovest, ad un'altitudine di circa 2.000 chilometri, e mostra il canyon pieno di nebbia e nuvole a bassa quota

MARK GARLICK / BIBLIOTECA FOTOGRAFICA SCIENTIFICAGetty Images

“Molti processi che coinvolgono l’auto-organizzazione durante le interazioni chimiche tra minerali, fluidi e/o composti ricchi di carbonio potrebbero creare falsi fossili”, ha affermato McMahon. “Esempi includono cose come i giardini chimici e la tendenza di alcuni composti del carbonio a formare sfere e tubi”.

Conoscere i processi abiotici (non biologici) alla base dei depositi travestiti da fossili faciliterà l’eliminazione di questi falsi indizi in futuro.

“Puoi guardare in dettaglio la composizione chimica e la struttura microscopica”, ha aggiunto McMahon. “Ma i dettagli che potresti voler guardare non sono necessariamente conservati e potrebbero andare persi nel tempo geologico, rendendo i fossili difficili da distinguere dagli pseudofossili”.

Se vogliamo davvero studiare il Pianeta Rosso, dovremo diventare immuni a questi mostri della natura.

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