Omicidio a Bolzaneto, la vittima è andata dai suoi figli per convincerli a ritirare la denuncia per maltrattamenti

Genova – Pasquale Scalamandrè, ex pilota AMT da poco ritirato ucciso ieri sera dal primogenito Alessio con il mattarello, era indagato dalla Procura della Repubblica di Genova per maltrattamenti in famiglia e ripetute violazioni del divieto di accostamento al nucleo familiare. L’udienza preliminare davanti al giudice è stata fissata al 30 settembre.

Il pubblico ministero che aveva chiesto il rinvio a giudizio era Giuseppe Longo. Anche per questo Scalamandrè di ieri sera andò a casa di San Biagio in Valpolcevera per convincere il figlio Alessio che lo aveva denunciato insieme alla madre a “cambiare versione della denuncia”. “Non devi dichiarare queste cose”, disse al figlio maggiore. Quindi è sorto aggressione che ha portato all’omicidio. Il figlio Alessio nelle prossime ore sarà sottoposto all’interrogatorio per convalidare l’arresto.
L’arma del delitto era un mattarello e non un martello come si era appreso inizialmente.

L’arresto del figlio e la prima ricostruzione degli inquirenti

È stato arrestato dalla squadra mobile Alessio Scalamandre ‘, il ragazzo di 28 anni che ieri ha ucciso suo padre Pasquale con un martello nella sua casa in via Garrone e Bolzaneto.

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Da allora il giovane è stato interrogato tutta la notte pm Francesco Cardona Albini e alla fine ha confessato. Assistito dall’avvocato Luca Rinaldi, ha precisato: “Non volevo ucciderlo, mi ha aggredito per primo”. E poi ha aggiunto: “Da anni maltratta tutta la nostra famiglia».

Soccorritori e scienziato sulla scena del crimine (foto)

Alessio Scalamandre ‘è accusato del reato di omicidio volontario aggravato dal rapporto familiare. C’era suo fratello Simone, anch’egli interrogato tutta la notte indagato a piede libero per lo stesso reato in concorso. La squadra mobile ha rapito un mattarello e un cacciavite che sono considerate dagli inquirenti le armi del crimine. Nell’appartamento di via Garrone la polizia ha trovato segni di lotta.