Andrea perde il nonno a 15 anni, il giorno dopo muore a letto – Corriere.it

CASINA (Reggio Emilia) – Guardando i loro volti nelle foto, fianco a fianco, abbiamo l’impressione di vedere gli stessi occhi. Una forte somiglianza nel look. Nonno e nipote, 82 e 15, Brenno Lolli e Andrea Tonelli sono morti a 24 ore l’uno dall’altro. Una famiglia dilaniata dal dolore, l’incredulo Appennino reggiano. Brenno è morto mercoledì mattina per una lunga malattia, Andrea si è addormentato mercoledì sera e non si è più svegliato.

Turbato ma stava bene

Con i suoi parenti, il ragazzo era andato in chiesa per il rosario di suffragio di suo nonno. Era rattristato, sconvolto dalla scomparsa dell’anziano, ma stava bene. Tuttavia, giovedì mattina, quando mamma Silvia è andata come sempre a svegliarlo, non c’era più niente da fare. I medici giunti alla Brugna di Casina, anche in elicottero, hanno cercato di rianimare Andrea fino in fondo. Difficile arrendersi in queste situazioni.


Funerale

Non sono abituato a dare i funerali a un ragazzo di 15 anni, ha esordito don Massimiliano Giovannini nell’omelia funebre del ragazzo, celebrata venerdì pomeriggio nella stessa chiesa dove lo stesso sacerdote aveva fatto il suo ultimo saluto a Brenno Lolli. Il sacerdote aveva conosciuto Andrea pochi mesi fa, lo aveva preparato al sacramento della confermazione. Sportivo ed energico, niente malattie, niente problemi (almeno percettibili), niente tosse, dicono in paese. Tuttavia, il suo cuore ha smesso di battere nel sonno. Venerdì mattina sul banco di scuola, nell’1H dell’Istituto Tecnico Nobili di Reggio Emilia, i compagni di classe, sbalorditi dal dolore, hanno collocato un mazzo di fiori; poche ore dopo, erano tutti nella chiesa della Vecchia di Vezzano al funerale, dove decine di palloncini bianchi sono stati rilasciati in cielo appena usciti dalla bara.

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Vicinanza alla comunità

La Vecchia e La Brugna, Vezzano e Casina: due frazioni di due comuni limitrofi, e Brenno e Andrea hanno vissuto la loro vita per periodi di tempo così diversi. I due sindaci sono lacerati. Non ci sono parole – dice Stefano Costi, primo cittadino di Casina -. L’unica consolazione è la vicinanza alla comunità. Brenno era molto conosciuto: prima di andare in pensione faceva il contadino. Andrea aveva frequentato le scuole elementari e medie a Vezzano, poi ha scelto il liceo cittadino. Nonno e nipote vivevano nella stessa casa a La Brugna. L’anziano e la nonna Maura di sopra; Andrea, la sorella maggiore Giorgia e la mamma Silvia al piano di sotto. C’era un profondo attaccamento tra i due, un legame più forte di quello che di solito un nonno ha con un ragazzo di questa età.

Ha giocato a calcio, poi in bicicletta

Brenno lo accompagnava spesso alla fermata dell’autobus e poi veniva a vedere le partite, racconta Sergio Eberini. Ha formato Andrea fino allo scorso anno nelle fila di Terre Matildiche. Il quindicenne era un difensore centrale, ed era uno dei migliori: serio, discreto, non saltava mai una sessione di prove se non per motivi di studio. In qualsiasi momento, Andrea dice basta con il calcio della bici. La sua passione era diventata la mountain bike. Ma non abbiamo cercato di convincerlo a restare: se un ragazzo come Andrea decide così, vuol dire che è maturato nel tempo, la scelta lo dice ancora il signor Eberini. Era al funerale con tutta la squadra, perché Andrea Tonelli, per tutti Tono, era il nostro capitano.

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14 maggio 2021 (modificato il 14 maggio 2021 | 23:03)

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