Il significato è: se non ci sono soldi, l’addebito non passerà. A questo punto il cliente è in arretrato con, ad esempio, l’azienda elettrica o l’emittente della carta di credito e non ha debiti con la banca. Il meccanismo consente all’ente di prevenire la formazione di sofferenze, ma di fatto salva anche il cliente dal rischio di essere segnalato all’ufficio centrale rischi della Banca d’Italia.
Fino ad ora è accaduto che il passaggio di un carico scoperto – per quantità non eccessive – non provocasse particolari shock, se proseguito per un breve periodo, anche se c’era il rischio di vedere la ricarica di tariffe elevate. Ora non sarà più possibile. E se la scelta di BNL appare la più rigorosa, anche le altre banche italiane si preparano all’incontro del 1 ° gennaio.
E gli altri? Intesa Sanpaolo non adotterà misure come quelle dei suoi concorrenti francesi e consentirà l’addebito di pagamenti scoperti (ovviamente anche in base alla conoscenza del cliente). Tuttavia, ciò non elimina il fatto che il titolare del conto venga contattato per informarlo dell’accaduto e invitato a coprire lo scoperto (ovviamente se il cliente ha un’apertura di credito su un conto corrente, viene segnalato lo sconfinamento. se supera il limite massimo di credito autorizzato).
La scadenza di 90 giorni è ora severa per tutti. Nello stesso spirito ancheUniCredit: il gruppo bancario non ha istituito un meccanismo automatico per il blocco dei costi scoperti. L’istituto ha preferito lavorare sull’informazione del cliente, svolta in più fasi, per illustrare le nuove regole, le loro implicazioni e l’opportunità di porre la massima attenzione alle scadenze. Insomma, consapevolezza affinché i saldi delle partite correnti siano sotto controllo.
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