LETTERA Il movimento tedesco “anti-corona” e il paradosso della libertà

Caro Beppe, come ragiona con chi dice “in fondo non m’importa se Trump fa schifo, voto perché la sinistra americana sta peggio”. Sia chiaro che la “sinistra” americana di cui parlano alcuni negli Stati Uniti sarebbe al centro di molti governi europei. Applebaum ha scritto che molti di coloro che hanno votato per Trump lo votano ancora perché “non credono in niente”. E infatti: non credendo in niente, possiamo credere in tutto. Un altro esempio di ciò che sembra essere una contraddizione, ma che è una conseguenza logica. Cosa ne pensate del movimento tedesco “anti-corona” (sic!)? Diventa pericoloso e sfrutta le ansie e le frustrazioni di chi è stanco della pandemia. Ha nuovamente portato 20mila persone per le strade di Lipsia e ora sta organizzando gli “Aktionen” davanti alle scuole per gridare “non indossate la maschera, siete gli schiavi del sistema”. In un paese, la Germania, che non ha mai avuto una chiusura italiana! Ora nel nostro stato federale, il Nord Reno-Westfalia, il più colpito attualmente per numero di contagi, centri ricreativi, ristoranti, ecc. chiuso ma i bambini possono ancora andare a scuola, possiamo muoverci liberamente per la città (con maschera se necessario), possiamo fare lunghe passeggiate in bicicletta oa piedi, possiamo incontrare una famiglia fuori dalla nostra cella famiglia, possiamo fare la spesa, possiamo lasciare i confini del nostro comune ecc. Poi una sentenza che sembra legittimare certi pensieri, la sentenza di oggi: un giudice di Düsseldorf ha stabilito che l’obbligo di indossare una maschera era illegittimo. Il paradosso della libertà: una società libera si mette in pericolo in nome della libertà stessa. Pazienza, ci vuole molta pazienza. Aspettiamo.

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Carlotta Rainoldi, [email protected]

10 novembre 2020 (modifica il 9 novembre 2020 | 11:18)

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