Plasma iperimmune per la lotta al virus, nuovo studio in Emilia-Romagna – Cronaca

Bologna, 26 settembre 2020 – Un altro alleato nella lotta contro Coronavirus. In Emilia-Romagna è stato avviato un nuovo studio, richiesto dalla Regione per valutare la fattibilità di un percorso di produzione del plasma, la componente liquida del sangue, pazienti e donatori con infezione da Sars-CoV-2 quindi sviluppare il file anticorpo.

L ‘immunoterapia passiva eseguito con l’utilizzo di plasma di pazienti guariti – chiamato plasma iperimmune Il ‘plasma convalescente ” – potrebbe infatti rappresentare un approccio da considerare nel trattamento delle infezioni da Sars-CoV-2, sulla base delle esperienze maturate in altri paesi, tra cui Cina e Stati Uniti.

Il protocollo, preparato da Centro Regionale Sangue e Agenzia Sanitaria e Sociale con il Dipartimento delle Politiche Sanitarie, recluterà, naturalmente su base volontaria, due gruppi di persone: pazienti che hanno sviluppato l’infezione da molto tempo, precedentemente ricoverati o in quarantena per tutela domiciliare e attualmente guariti; e donatori di plasma volontari periodici, che hanno acquisito l’infezione in forma asintomatica o paucisintomatica, identificati tra quelli con aferesi – ovvero la donazione mirata di solo alcuni componenti del sangue, come il plasma – periodicamente .

E intanto sono oltre 35mila (esattamente 35.623) donatori di sangue emiliano-romagnoli che, dal 6 luglio al 20 settembre, si sono volontariamente screening sierologico voluto dalla Regione: il primo accertamento – prosegue infatti lo screening – registra dunque, da Plaisance a Rimini, il 61% del totale dei donatori (58.483). 873 sono risultati positivi per il test e 4 per il campione successivo. Ovviamente, le donazioni risultate positive al tampone non sono state utilizzate, poiché rigorosi protocolli di sicurezza richiedono per garantire donatori e trasfusioni.

READ  Lavoro sano e sicuro nell'edilizia » Bouwwereld.nl

Dati di screening dei donatori, per provincia

UNA Piacere e la provincia, su 1.306 donatori selezionati, 102 sono risultati positivi (7,8%) e 1 al prelievo successivo; a Parma e nella regione di Parma, su 4.159 selezionati, 209 sono risultati positivi (5,0%) e 2 sono risultati positivi; in provincia di Reggio, su 2164 test, 41 positivi allo screening (1,9%) e nessuno al tampone; a Modena e la provincia, degli 8.044 donatori selezionati, 245 sono risultati positivi (3,0%) e nessuno alla raccolta successiva; a Bologna, tra l’ospedale universitario e l’Ausl, su 5.079 donatori che hanno scelto di sottoporsi al test, 57 sono risultati positivi agli anticorpi (2,1%), nessuno per il campione successivo. A Imola, su 1.592 donatori selezionati, 16 sono risultati positivi (1,0%), nessuno al prelievo successivo; a Ferrara e provincia, su 3.151 donatori testati, 27 sono risultati positivi ai test sierologici (0,9%), nessuno per il campione successivo. Nel Romagna, infine, su 10.128 donatori sottoposti allo screening, 176 sono risultati positivi (1,7%), 1 al tampone successivo.

“Come avevamo indicato, la nostra Regione vuole contribuire al meglio di tutte le sperimentazioni e protocolli di trattamento per il Coronavirus – spiega ilconsigliere regionale per le politiche sanitarie, Raffaele Donini –. Da un lato, continuiamo a selezionare i donatori, che ringraziamo per la disponibilità e il servizio offerto, oltre che ai cittadini, alla comunità scientifica; dall’altro abbiamo definito un protocollo di studio per valutare anche quella che potrebbe essere la reale capacità di produzione di plasma iperimmune da parte della nostra rete trasfusionale. Anche in questo caso – aggiunge Donini – lo studio prevede il rispetto di protocolli rigorosi, ovvero una definizione precisa dei parametri di valutazione nonché la quantificazione, pianificazione e standardizzazione del processo di raccolta del plasma ” .

READ  L'esperimento con i criceti mutati va storto: creature molto aggressive

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *