L’Old Wild West vince due volte: Scafati al tappeto

Combattere, dominare, recuperare, poi la banda di Boniciolli fa 1-0. Italiano e Johnson decisivi in ​​finale

UDINE. Vinci, non una ma due volte, il selvaggio West. Anzi vince tre volte. Prima del via dove riabbraccia il suo pubblico, poi allunga contro Scafati nella gara 1 della semifinale per la promozione al terzo quarto e, infine, in una bella finale punto per punto accelera forte. Vince 96-91 e convince la cosca Boniciolli, ma deve riposare: martedì sera, sempre a Carnera, serve un richiamo per condurre la serie.

C’è il pubblico dopo 15 mesi, 500 persone che stanno bene e che sono già una vittoria prima del via. Nei primi 5′ prevale la tensione. Signori, eccoci a giocare una stagione tormentata e lunghissima. Le chiavi del match: Gaines, manco a dirlo, numero terribile, un piccoletto che possiamo provare a contenere, non a cancellare. E poi Tommaso, veloce lungo che l’APU deve contenere. Mister Finelli, invece, ha il problema: arginare Foulland sotto canestro, perché con il suo fisico può fare danni. E poi sperare che Mian, che Boniciolli usa perfettamente come arma da panchina, non sia in serata, come gli altri attaccanti dell’Udinese.

Si rende subito conto che il fidanzato di Moraro non è d’accordo mentre entra e piazza una formidabile tripla che esce da un isolato. Entra il “soldato” Nobile con la missione della stagione: limitare lo spaventapasseri. Fa di più: piazza canestro e tripla con un fallo che fa suonare la sirena. Ti ricordi? Quello che ha giocato ogni tripla Apu prima della pandemia. Primo quarto 23-18, con un Mian sontuoso. E il pubblico trascina, e come si trascina. La sirena suona anche per una tripla Pellegrino. Il Far West inizia un secondo quarto di folle efficienza: tutti danno il loro contributo, anche l’acciaccato capitan Antonutti con 5 punti ad un amen prima dell’intervallo. Ad un certo punto, però, servirebbero i cannoni antiaerei di Scafati per fermare le triple di Udine che si sono inarcate anche con Deangeli, il popolo che accompagna la parabola con un “ohhh” che la dice lunga. Voglio il basket, prendere a calci il virus, ritrovare il sorriso grazie allo sport, anche se con la mascherina.

READ  Alieni nello spazio, nessuna traccia di vita tra 10 milioni di stelle

Quando DJ segna a 8 metri ecco il meritato +10 (37-27). Nell’intervallo lungo Udine, con 9 su 14 su tre, 10 assist di squadra e più rimbalzi (20-14), 25 punti dalla panchina, prosegue “solo” 49-37 perché Marino alla fine inventa un canestro a tre campi .

Ma il gioco è molto lungo. Mian, però, sembra avere fretta di andare a cena: due triple, una da corner con l’uomo con la sirena, che vale l’investimento “pedonale” di maggio. Questo potrebbe essere il momento decisivo della partita. Antonutti, zoppicando, lo capisce, Foulland anche con il classico gancio e con altri 4 punti su assist di Amato, anche lui italiano con una tripla che spinge Givova oltre le colonne d’Ercole di 10 punti di anticipo. Fine terzo quarto: 74-60 con un canestro di Pellegrino pesantissimo. Si aggrappa alla regione, vecchio rebus Apu, Scafati a tornare giù. Mian sbaglia due da tre, non Musso.

E quando Nobile si addormenta e perde una palla in attacco, diventa chiaro che le cose sono cambiate. Due colpe per Johnson: Scafati, sotto tutte le giocate, si ritrova come per magia nel match: 77-74. Ascolta, ascolta, tutto senza Gaines e con un grande Rossato. Udine traballa, è già in bonus, capisce che deve vincere la partita, la cosa più difficile del basket. Fa fatica in attacco, non segna più da fuori, trova ossigeno puro, poco purissimo, con un 2+1 di Giuri che regala 80-76 a 5′ dalla fine. Combattiamo, il gioco è bellissimo. Giuri piazza una tripla da vero leader esaltando la Carnera che la fortunata 500 fischia come una pentola a pressione. Scafati non si arrende, rimette in campo Gaines.

READ  Non vuoi ignorare questi sintomi della carenza di vitamina K

Triple DJ, Thomas accorcia la lunetta. Rimedio italiano: strappare palla a Gaines, esaltare la folla a 2’25” dalla fine sull’86-82 e realizzare un canestro tipo “trattore” poco dopo. Giro e giro è l’uomo partita, perché Thomas sbaglia due franchi e DJ ha suonato la sirena con un missile di nove metri (alla fine 16 su 33 per l’Apu). E sì, l’ala bolognese l’aveva anche sfidato quando era arrivato alla Fortitudo in passato. Come sta cambiando il mondo: 1 -0, meritato, ma la serie darà fortissimo, si sapeva.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *